Nella serie coreana VINCENZO, un consigliere della mafia (nato in Corea e poi adottato da un boss italiano) torna a Seul per recuperare un tesoro nascosto nel sotterraneo di un palazzo. A sbarrargli la strada c’è un’azienda coreana che definire criminale è poco… e un gruppo di condomini molto originali. Volevo capire perché i coreani avessero scelto come protagonista proprio un mafioso italiano, se avessero qualcosa di intelligente da dire in materia.
Il risultato è che mi sono divertita a guardare questo kdrama fino alla fine.
Ma ho dovuto prendere atto del fatto che gli autori abbiano chiamato in causa la mafia senza avere la minima idea di che cosa stessero parlando.
L’immaginario di riferimento è più che altro il film Il padrino. La mafia è evocata come un’entità tra il mitologico e il fiabesco. Il consigliere mafioso protagonista è un uomo intelligente, affascinante, divertente, che da un lato persegue i suoi interessi, anche spargendo sangue a volontà; ma dall’altro, chissà come, riesce a conservare intatto il suo buon cuore e il suo senso di giustizia. Il risultato è surreale.
Il risultato è che mi sono divertita a guardare questo kdrama fino alla fine.
Ma ho dovuto prendere atto del fatto che gli autori abbiano chiamato in causa la mafia senza avere la minima idea di che cosa stessero parlando.
L’immaginario di riferimento è più che altro il film Il padrino. La mafia è evocata come un’entità tra il mitologico e il fiabesco. Il consigliere mafioso protagonista è un uomo intelligente, affascinante, divertente, che da un lato persegue i suoi interessi, anche spargendo sangue a volontà; ma dall’altro, chissà come, riesce a conservare intatto il suo buon cuore e il suo senso di giustizia. Il risultato è surreale.
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