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Cucina Giapponese e matematica da sballati ...
La storia descrive il percorso di un giovane matematico, diciannovenne, confuso, con tendenze alla Icaro, che disilluso dall'evidenza che lui, per quanto geniale, ha davanti a sé persone ancora più geni di lui, decide di gettare alle ortiche la sua intelligenza matematica e cercare una meta che lo ponga più in alto di tutti.
Incontra un genio della cucina giapponese che lo coinvolge a diventare chef del suo pluripremiato ristorante con tante stelle Michelin.
Sfidato, mette in gioco la sua forma mentis matematica con le alchimie della cucina di alto livello, diventando in breve un unicum. Ma quando raggiunge, o pensa di aver raggiunto la sua meta, come Icaro, vicino al sole, le sue ali di cera si sciolgono e cade in picchiata sulla nuda realtà della terra, perdendo tutto: ristorante, cuochi, amici, mentore ecc ... è solo (e sfigatello) ... ma nella ripartenza ecco che si palesa il suo vero punto di forza: il PADRE con la P maiuscola che (al nono episodio) gli ridice chi è e per che cosa vale la pena di mettersi in gioco.
Quindi va a recuperare quanto ha perduto, incluso il suo mentore che, a differenza di lui, un padre non ce l'ha, ha un surrogato, algido, altissimo, inarrivabile che però lo ha quasi fatto fuori con le sue menate sulla cucina ... alla fine ricompone i pezzi che aveva fatto fuori, impara dalla realtà che ci sono cose che vengono prima della propria superbia.
Incontra un genio della cucina giapponese che lo coinvolge a diventare chef del suo pluripremiato ristorante con tante stelle Michelin.
Sfidato, mette in gioco la sua forma mentis matematica con le alchimie della cucina di alto livello, diventando in breve un unicum. Ma quando raggiunge, o pensa di aver raggiunto la sua meta, come Icaro, vicino al sole, le sue ali di cera si sciolgono e cade in picchiata sulla nuda realtà della terra, perdendo tutto: ristorante, cuochi, amici, mentore ecc ... è solo (e sfigatello) ... ma nella ripartenza ecco che si palesa il suo vero punto di forza: il PADRE con la P maiuscola che (al nono episodio) gli ridice chi è e per che cosa vale la pena di mettersi in gioco.
Quindi va a recuperare quanto ha perduto, incluso il suo mentore che, a differenza di lui, un padre non ce l'ha, ha un surrogato, algido, altissimo, inarrivabile che però lo ha quasi fatto fuori con le sue menate sulla cucina ... alla fine ricompone i pezzi che aveva fatto fuori, impara dalla realtà che ci sono cose che vengono prima della propria superbia.
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