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dawnraptor

Italy

dawnraptor

Italy
Psychopath Diary korean drama review
Completed
Psychopath Diary
1 people found this review helpful
by dawnraptor
Oct 8, 2022
16 of 16 episodes seen
Completed
Overall 9.5
Story 9.5
Acting/Cast 10.0
Music 9.0
Rewatch Value 9.0

Tragicommedia divertente

Diario di uno psicopatico è una black comedy, con molti elementi thriller sapientemente mischiati con situazioni e personaggi umoristici.
Yoo Dong Shik subisce ogni tipo di mobbing nella società di brokeraggio dove lavora, e anche fuori da lì si fa mettere i piedi in testa da chiunque. Accusato ingiustamente di una débâcle finanziaria, dopo aver subito una brutta parte dal padre, decide di gettarsi dalla cima di un palazzo, ma perde il coraggio e, discendendo, assiste non visto alla scena di un uomo che sta uccidendo un barbone. Su luogo raccoglie un libriccino rosso e fugge in strada per chiamare la polizia che, mentre sta per telefonare, lo investe! Yoo Dong Shik perde la memoria e, leggendo il diario dell’assassino, crede di essere lui stesso un serial killer, ma il suo subconscio si ribella alla nozione.
La cosa genererà non poche situazioni sia tragiche che umoristiche, anche perché attorno al nostro cominciano a gravitare Shim Bo Kyung, una poliziotta figlia d’arte il cui padre ha subito una grave caduta otto anni prima ed è rimasto cerebroleso, e l’enigmatico Seo In Woo, rampollo dei proprietari della società in cui il nostro lavora. Completa il quadro Jang Chil Sung, un ex gangster che prende l’aspirante serial killer sotto la sua ala.
Occorre prima di tutto ribadire che si tratta di una tragicommedia, che a volte ha addirittura i toni della farsa, in questo aiutata dall’incredibile mimica di Yoon Shi Yoon, vero mattatore del drama. Le indagini non vengono condotte secondo manuale, le coincidenze si sprecano, i capintesta delle società fanno il bello e il cattivo tempo come l’imperatore del Catai, la plausibilità va a farsi una nuotata nelle fogne… E allora? E’ una commedia, non si prende sul serio e non va presa sul serio. Molte opere che si spacciano per thriller seri commettono lo stesso tipo di errore (vedi Defendant). Siamo qui per guardare le castronerie del protagonista, non per fare le pulci alla polizia. Come commedia l’opera funziona alla grande e riesce a mantenere l’attenzione dello spettatore e a divertirlo, pur inframezzando diverse verità che fanno pensare, specie a quelli che possono essere i rapporti interpersonali e gli scopi della propria vita. Non solo: gli elementi umoristici e drammatici sono sapientemente fusi, tanto da farci dimenticare che, in effetti, ogni tanto qualcuno ci rimette le penne. Ripeto: è una commedia, il suo scopo non è farci provare simpatia per le vittime.
Particolarmente azzeccati i momenti in cui il protagonista, appassionato di film thriller e d’azione, entra in ‘modalità film’, interpretando nella vita spezzoni delle opere che ha visto, operazione mentale che gli è di aiuto in molte circostanze: in quel momento si vede una cassetta col titolo del film che entra nel videoregistratore.
Tutta la serie si gioca sul dualismo del falso serial killer, il broker formato zerbino, e il serial killer vero, magistralmente interpretato da Park Sung Hoon. Emblematica una scena in cui il broker gioca in una escape room con armi finte e il vero killer si trova nella ‘sua’ stanza dei giochi, con la sua collezione di armi varie.
L’intelligente e spietato gatto (il figlio del presidente) porterà avanti col topo (l’amnesico broker) un gioco crudelissimo che avrà come posta la libertà di quest’ultimo e la vita dei suoi cari, senza badare a chi sacrificherà nel frattempo. Il carismatico killer sembrerà avere la meglio per molto tempo, ma anche i più insignificanti topolini, se messi all’angolo, potranno andare alla riscossa, specie se supportati da una rete di amici pronti ad aiutare.
Nel corso del drama Yoo Dong Shik, il falso killer, acquisirà finalmente un po’ di fiducia in se stesso, pur senza tradire del tutto il suo animo gentile. La poliziotta Sim Bo Kyung a sua volta riuscirà a liberarsi dalla sudditanza psicologica verso l’immagine del padre, diventando una brava profiler. E il cinico serial killer? Beh, non si può fare a meno di provare un po’ (molto poca) di simpatia per lui: in fondo, se il padre non fosse stato a sua volta abusivo, forse le cose sarebbero andate in maniera diversa. Defendant, ricorda qualcosa? Ad ogni modo, i cattivi fanno la fine che si meritano, e questo ci lascia un buon sapore in bocca.
L’ottima interpretazione del cast nella sua totalità è sicuramente uno dei punti di forza di questo drama. Se Jung In Sun, la poliziotta, è un’attrice misurata e convincente, il killer di Park Sung Hoon è esemplare: crudeltà, cinismo, fascino e carisma sono sapientemente dosati in modo da rendere il ritratto di una persona calcolatrice e disturbata, ma apparentemente normale. Come già detto, è però Yoon Shi Yoon il mattatore della serie: la sua interpretazione costantemente sopra le righe ben rende l’idea che l’uomo di strada può avere di come sia un folle: esagitato, bipolare, maldestro, inopportuno e perché no, simpatico. I suoi cambiamenti repentini d’espressione colgono sempre di sorpresa e il suo sorrisino crudele o lo sguardo intenso di quando fa sul serio sono terribilmente inquietanti. Sia la parte drammatica che l’umoristica sono ben affidate alla sua incredibile mimica. Anche Heo Sung Tae, l’ex gangster, contribuisce non poco a farci ridere con la sua incrollabile devozione per il protagonista.
La buona riuscita dell’opera è sicuramente aiutata dall’ottimo commento musicale, forse non molto vario, ma che sicuramente sa ben sottolineare sia i momenti più drammatici che quelli più ridicoli. La cinematografia, poi, è molto attenta e curata.
In sunto, a patto di non cercare il massimo della coerenza e plausibilità, un ottimo drama che vi farà ridere e anche pensare. E’ una commedia, e il suo lavoro lo fa benissimo. Ce ne fossero! E vado immediatamente a cercare altri lavori interpretati dagli attori protagonisti. Meritano.
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