Per la regia di Zhao Qi Chen, che già aveva firmato My heroic husband, New life begins è una commedia che, per certi versi, non si prende troppo sul serio mentre, per altri, spara cannonate ad alzo zero. Sono 40 episodi da 45 minuti (al lordo di opening e ending), ma non si avverte troppa stanchezza perché le vicende sono interessanti e intricate e, in linea generale, non si trascinano troppo.
Si tratta di un adattamento della web novel "Qing Chuan Ri Chang" di Duo Mu Mu Duo, ambientato in un paese di fantasia, pseudo cinese antico, e non risparmia bordate al sistema patriarcale che vuole le donne sottomesse agli uomini in ogni più minuscolo dettaglio della loro vita.
In questa storia, ci sono otto staterelli dominati da un nono, al quale ogni tre anni vengono mandate in tributo, per mantenere la pace, delle fanciulle di buon lignaggio per farne mogli e concubine dei vari principi. Ma nel mucchio che prendiamo in considerazione ci sono alcune “mele marce” che rovineranno i calcoli degli sciovinisti e, aiutate da alcuni principi decisamente migliori di altri, cambieranno in breve tempo le carte in tavola nel paese retrogrado e maschilista. Sì, perché nella maggior parte degli altri paesi, le donne hanno un rapporto di parità, se non addirittura di predominio, rispetto agli uomini. Come accadrà tutto ciò è il succo del drama, che verte principalmente sui rapporti di stretta sorellanza che si sviluppano fra le varie mogli e concubine, distribuite fra i vari principi. Alcune avranno più fortuna di altre, ma la lezione che ricaveremo da questa serie è che, se le donne si alleano invece di farsi la guerra, possono ottenere risultati impensabili. Raramente si sono viste amicizie così solide a palazzo, ed è molto piacevole.
Ammetto di essere approdata a questo show per il protagonista Bai Jing Ting, già amato in Reset e in You are my hero, che interpreta qui il sesto principe, figlio non prediletto, apparentemente malaticcio e senza aspirazioni. Inutile dire che la sua ascesa avrà grande parte nell’economia della storia. Dicevo che ho deciso di guardare New life begins per lui, e non sono rimasta delusa dalla sua interpretazione: il suo viso molto mobile e espressivo è perfetto nei momenti romantici, commovente in quelli tristi, esaltante quando fa valere la sua autorità. Non ha una bellezza patinata e convenzionale e, per il gusto occidentale, è dotato di un paio di orecchie decisamente importanti ma che probabilmente non sono un problema in Cina, visto che sono in molti ad esibire orecchie a sventola e, con la dilagante mania della chirurgia plastica, ci vorrebbe pochissimo a correggerle.
Tian Xi Wei, protagonista femminile già vista in Be my cat, è anche lei interprete di spessore, e ci regala qui diverse scene veramente memorabili. E’ la concubina del sesto principe, vero motore dell’epocale cambiamento che avverrà nel retrogrado regno dove è stata inviata.
Attorno a questa coppia principale se ne aggirano diverse altre, coi loro problemi, le loro interpretazioni di cosa è o dovrebbe essere un rapporto di coppia, le loro relazioni coi potenti dei vari regni.
Le relazioni che si sviluppano fra le varie coppie sono abbondantemente sviscerate e, se certi personaggi sono all’inizio negativi o piuttosto antipatici, diversi intraprenderanno percorsi che li porteranno a crescite significative. Fra i personaggi secondari, è particolarmente azzeccata l’interpretazione di Chang Long, il quinto principe Yin Qi sposato contro la sua volontà con una feroce principessa proveniente dal regno dove comandano le donne. La loro è sostanzialmente la seconda coppia, e l’evoluzione del loro rapporto è molto godibile.
Ma in realtà occorrerebbe citare praticamente ogni attore, e sono una settantina: quasi tutti, fino alle comparse, hanno dato vita ai loro personaggi con vera maestria. Ho avuto qualche riserva sul secondo principe che, a tratti, mi è parso poco convincente, per poi però riscattarsi subito dopo con scene da brivido.
Costumi e ambientazioni sono veramente ben fatti e piacevoli alla vista. Si vede chiaramente che in questo comparto non si è proprio badato a spese! Anche la cinematografia è molto apprezzabile, i colori sono accesi e luminosi e i combattimenti, pur non eccessivamente numerosi, sono ben coreografati. Le musiche fanno tutto il loro dovere nel sottolineare i momenti più dolci o tragici. Ottimo lavoro.
Gli intrighi di palazzo per conservare il titolo di principe ereditario, o appropriarsene, sono abbastanza interessanti ma, in ossequio alla leggerezza di quella che resta pur sempre una commedia, non sono mai troppo feroci o tragici. I cattivi, al dunque, vengono sconfitti senza troppa difficoltà, anche perché, contrariamente all’idea che hanno di sé, non sono particolarmente furbi o intelligenti.
Quello che alla fine viene sconfitto, in una soluzione utopica della questione, è il vero nemico da combattere: il sistema pesantemente patriarcale che soffoca e uccide le donne. Sarebbe bello se fosse vero, ma purtroppo ci si deve accontentare del lieto fine di una commedia molto piacevole.
Si tratta di un adattamento della web novel "Qing Chuan Ri Chang" di Duo Mu Mu Duo, ambientato in un paese di fantasia, pseudo cinese antico, e non risparmia bordate al sistema patriarcale che vuole le donne sottomesse agli uomini in ogni più minuscolo dettaglio della loro vita.
In questa storia, ci sono otto staterelli dominati da un nono, al quale ogni tre anni vengono mandate in tributo, per mantenere la pace, delle fanciulle di buon lignaggio per farne mogli e concubine dei vari principi. Ma nel mucchio che prendiamo in considerazione ci sono alcune “mele marce” che rovineranno i calcoli degli sciovinisti e, aiutate da alcuni principi decisamente migliori di altri, cambieranno in breve tempo le carte in tavola nel paese retrogrado e maschilista. Sì, perché nella maggior parte degli altri paesi, le donne hanno un rapporto di parità, se non addirittura di predominio, rispetto agli uomini. Come accadrà tutto ciò è il succo del drama, che verte principalmente sui rapporti di stretta sorellanza che si sviluppano fra le varie mogli e concubine, distribuite fra i vari principi. Alcune avranno più fortuna di altre, ma la lezione che ricaveremo da questa serie è che, se le donne si alleano invece di farsi la guerra, possono ottenere risultati impensabili. Raramente si sono viste amicizie così solide a palazzo, ed è molto piacevole.
Ammetto di essere approdata a questo show per il protagonista Bai Jing Ting, già amato in Reset e in You are my hero, che interpreta qui il sesto principe, figlio non prediletto, apparentemente malaticcio e senza aspirazioni. Inutile dire che la sua ascesa avrà grande parte nell’economia della storia. Dicevo che ho deciso di guardare New life begins per lui, e non sono rimasta delusa dalla sua interpretazione: il suo viso molto mobile e espressivo è perfetto nei momenti romantici, commovente in quelli tristi, esaltante quando fa valere la sua autorità. Non ha una bellezza patinata e convenzionale e, per il gusto occidentale, è dotato di un paio di orecchie decisamente importanti ma che probabilmente non sono un problema in Cina, visto che sono in molti ad esibire orecchie a sventola e, con la dilagante mania della chirurgia plastica, ci vorrebbe pochissimo a correggerle.
Tian Xi Wei, protagonista femminile già vista in Be my cat, è anche lei interprete di spessore, e ci regala qui diverse scene veramente memorabili. E’ la concubina del sesto principe, vero motore dell’epocale cambiamento che avverrà nel retrogrado regno dove è stata inviata.
Attorno a questa coppia principale se ne aggirano diverse altre, coi loro problemi, le loro interpretazioni di cosa è o dovrebbe essere un rapporto di coppia, le loro relazioni coi potenti dei vari regni.
Le relazioni che si sviluppano fra le varie coppie sono abbondantemente sviscerate e, se certi personaggi sono all’inizio negativi o piuttosto antipatici, diversi intraprenderanno percorsi che li porteranno a crescite significative. Fra i personaggi secondari, è particolarmente azzeccata l’interpretazione di Chang Long, il quinto principe Yin Qi sposato contro la sua volontà con una feroce principessa proveniente dal regno dove comandano le donne. La loro è sostanzialmente la seconda coppia, e l’evoluzione del loro rapporto è molto godibile.
Ma in realtà occorrerebbe citare praticamente ogni attore, e sono una settantina: quasi tutti, fino alle comparse, hanno dato vita ai loro personaggi con vera maestria. Ho avuto qualche riserva sul secondo principe che, a tratti, mi è parso poco convincente, per poi però riscattarsi subito dopo con scene da brivido.
Costumi e ambientazioni sono veramente ben fatti e piacevoli alla vista. Si vede chiaramente che in questo comparto non si è proprio badato a spese! Anche la cinematografia è molto apprezzabile, i colori sono accesi e luminosi e i combattimenti, pur non eccessivamente numerosi, sono ben coreografati. Le musiche fanno tutto il loro dovere nel sottolineare i momenti più dolci o tragici. Ottimo lavoro.
Gli intrighi di palazzo per conservare il titolo di principe ereditario, o appropriarsene, sono abbastanza interessanti ma, in ossequio alla leggerezza di quella che resta pur sempre una commedia, non sono mai troppo feroci o tragici. I cattivi, al dunque, vengono sconfitti senza troppa difficoltà, anche perché, contrariamente all’idea che hanno di sé, non sono particolarmente furbi o intelligenti.
Quello che alla fine viene sconfitto, in una soluzione utopica della questione, è il vero nemico da combattere: il sistema pesantemente patriarcale che soffoca e uccide le donne. Sarebbe bello se fosse vero, ma purtroppo ci si deve accontentare del lieto fine di una commedia molto piacevole.
Was this review helpful to you?