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Una serie che concentra i pregi nella prima parte e tutti i difetti nella seconda
Avevo messo questo drama nella lista da vedere già da un po' di tempo, ma non mi decidevo mai. Probabilmente perchè l'immagine rappresentativa della serie (su Viki) faceva presagire una serie a tema vampiri banale e forse anche grottesca. L'immagine di fatto si è rivelata fuorviante (il nostro protagonista mai nemmeno berrà del sangue umano, quindi a maggior ragione mi chiedo perchè dipingerlo attaccato a una sacca di sangue manco sorseggiasse un'aranciata con la cannuccia). Arriva comunque il giorno in cui mi decido, ed è una piacevolissima sorpresa. I toni non sono grotteschi, anzi. Bella l'ambientazione, ben strutturate le premesse ambientate nel passato, interessante la visione del vampiro come infetto da un virus. I due protagonisti entrano in contatto, si prendono a frecciatine tra una diagnosi e un'operazione in sala operatoria e tutto fila che è una meraviglia. Nel mentre lui scava alla ricerca della verità, i vari personaggi secondari acquisiscono via via una definizione (chi palese, chi nascosta) e, davvero, riesco ad apprezzare un episodio dopo l'altro. Alcune delle scene banali e prevedibili che mi aspetto non ci sono, ed è anche un bene. Poi, però, l'inversione di rotta. Lasciamo quasi di colpo la sala operatoria, e la lasciamo praticamente per sempre, e la serie si concentra solo sul confronto tra le varie fazioni. Diventa un investigare, provocare, dubitare, verificare, reagire, praticamente a circolo chiuso. Se non fosse per qualche scena nella corsia dove si sperimenta sui pazienti quasi ci dimenticheremmo che il drama è partito con un'ambientazione medica predominante. Ogni tanto viene aggiunto un pezzo al puzzle - perchè prima o poi è chiaro che il mistero dovrà essere risolto - ma la serie perde di verve, l'entusiasmo scema e si seguono gli ultimi episodi giusto per la volontà di capire come verrà chiusa la vicenda. Soprattutto nella seconda parte ho trovato dei passaggi poco lineari, dalla scelta di eliminare l'amico coinquilino, idea che nella sua tristezza posso anche condividere perchè l'effetto "tutti buoni, tutti salvi" a volte spopola, ma che deve essere gestito bene. Se meritava una tale fine, meritava fosse pianificata con più cura, invece è stata davvero buttata lì male. Il finale, lo ammetto, non sono riuscita a capirlo e - come altri - ho dovuto cercare in rete l'illuminazione. Ok, capito, ma...se è risultato così incomprensibile a molti forse è già segnale che non è stato fatto per bene (poteva anche attendere il redivivo Corea e andare più avanti in Cecenia, tanto per dire...c'era bisogno dell'apparizione inaspettata? Boh.). Passando agli attori protagonisti, lui azzeccato per la parte. La sua compostezza ci stava tutta, anche se mi è venuto da chiedermi se si fosse calato splendidamente nella parte o se quell'aria imperscrutabile sia un limite all'espressività dell'attore (quello lo scoprirò dopo averlo visto in altre serie). Comunque, dicevo, lui freddo e conciso ci sta. D'altro canto lei avrebbe dovuto compensare...e ci prova, ma proprio non le riesce. Non sono riuscita davvero ad apprezzare l'attrice protagonista - che più volte mi ha ricordato un personaggio antagonista secondario di un'altra serie, pur non rivelandosi in realtà la stessa attrice - e che ho trovato davvero forzata e poco espressiva. Si vede lontano un miglio l'atteggiamento artefatto. L'affiatamento tra la coppia ne risente inevitabilmente, complice anche l'estenuante lentezza con cui evolve la relazione romantica (accontentiamoci di un bacio e poi prepariamoci a sentirli riferirsi all'altro come "primario" e "dottoressa Yoo" fino alla fine della serie). E gli episodi non sono i classici 16, ma ben 20, tempo e spazio insomma non mancavano. Già come pairing funzionano male e trasmettono poco, il carico di distanza aggiuntiva voluto dalla sceneggiatura ha dato il colpo di grazia. Mi sento però di concludere con un giudizio mediamente positivo, lo stesso dato ad altri drama nei quali ho riscontrato diversi difetti ma apprezzato dei pregi, con la differenza che nel caso di Blood la distribuzione non è uniforme: c'è una prima parte fatta davvero molto bene a cui segue una seconda parte fatta davvero molto male. Peccato.
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