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Un film di alto livello, per significato, trama, sceneggiatura e recitazione
Che dire, un piccolo gioiello. Aspettavo da tantol'uscita di questo film, sia per la presenza di uno dei miei attori preferiti - Song Joong ki - sia per la trama che vedeva il protagonista in fuga dalla Corea del Nord. Lo spaccato della vita di Loh Kiwan in Corea del Nord si inserisce come flashback poco dopo il suo arrivo a Bruxelles. Ciò che lo muove è esclusivamente l'istinto di sopravvivenza e la determinazione a farlo al meglio delle sue possibilità (passaggio fondamentale, perchè disposto a rinunciare ai propri valori solo quando ha esaurito tutte le alternative possibili). Loh Kiwan si lascia la Corea del Nord alle spalle, la fuga riuscita ha il sapore della salvezza, ma la realtà si dimostra subito ben diversa: l'accoglienza è solo di nome, la burocrazia contorta è insensibile quanto il trattamento riservato ai nuovi arrivati. Lo osserviamo quindi annaspare mentre la sua situazione volge sempre più in miseria, e paradossalmente il ricordo del giorno del suo compleanno, mentre gustava un piatto in compagnia della madre, benché prigioniero del proprio Paese, sembra preferibile allo stato di totale abbandono e degrado in cui versa ora che si trova in uno Stato dove per assurdo ha sede la Corte europea dei diritti dell'uomo. Un paradosso che stride e risalta in modo netto e inequivocabile. L'unico su cui può contare resta sé stesso: non la Corea del Nord, non le istituzioni belghe, e nemmeno le persone con le quali interagisce, come ad esempio la collega di lavoro alla quale si affida, ma che a sua volta si troverà nella condizione di non poterlo aiutare, suo malgrado. E' una guerra tra poveri, un meccanismo che lui disinnesca nel momento in cui si mette in gioco per Marie. Il finale è abbastanza prevedibile, ma sarebbe mancato un messaggio di speranza, se si fosse optato per altre soluzioni. Il passaggio a mio avviso più bello è quando lui lascia il Belgio, rendendosi davvero "libero" per la prima volta in vita sua. Perchè di fatto, benché la fuga dalla Corea del Nord avesse come obiettivo conseguente la possibilità di poter rimanere di diritto a Bruxelles, questo diritto si rivela al tempo stesso ancora una prigione: non può lasciare la Corea perchè contro la legge, ma sempre la legge lo tiene sotto scacco in Belgio, perchè andarsene equivale a rinunciare allo status di rifugiato. E' nel diritto ad abbandonare un posto, che sia la Corea, il Belgio o qualsiasi altro luogo, che risiede il concetto profondo di libertà sul quale ruota l'intero film. Passando alla recitazione, un'ottima prova per Song Joong Ki: è un attore di grande carisma e fascino, che ha avuto modo di dimostrare come sa brillare rivestendo ruoli con queste caratteristiche (Vincenzo, tanto per citarne uno), ma che in Loh Kiwan si mette veramente alla prova, trasandato nell'aspetto - mi sfugge il perchè dei nei disposti quasi come una costellazione sul volto - e senza quella forza fisica e agilità che ci ha abituato a vedere in altri suoi lavori. La forza del personaggio è tutta interiore, un misto di determinazione e forza di volontà che lo fanno andare avanti, sempre e comunque. Per quanto io lo preferisca quando interpreta un altro tipo di personaggi, non posso non riconoscere che in questo caso, proprio perchè lontano anni luce dai ruoli che sappiamo gli riescono alla perfezione, la sua recitazione acquisisce per assurdo un valore aggiunto. Un film da non perdere. Davvero.Was this review helpful to you?
Bersaglio decisamente mancato
Film molto atteso....e carico di aspettative disattese. Brava la protagonista, ma la storia non ci sta: tutto si basa su lei che esce dal penitenziario e cerca vendetta nei confronti di chi l'ha ingannata. L'idea è chiara, lo sviluppo molto meno. Non c'è azione, non c'è suspence, non ci sono colpi di scena, neppure del finale. Il ritmo non incalza, i personaggi non vengono sfruttati bene... nemmeno il cattivo riesce a risultare un cattivo di rispetto. "Revolver" spara diversi proiettili, ma tutti risultano fiacchi e nessuno va a segno. Attendevo questo film soprattutto per la presenza di Ji Chang Wook, reduce da una serie di drama/film non propriamente riusciti, e spiace dover constatare che "Revolver" si accoda a questo elenco di produzioni insoddisfacenti. Sembra proprio che i tempi di "Healer" e "Suspicious Partner" siano sempre più lontani...Was this review helpful to you?
Deludente su tutti i fronti, una serie da dimenticare...
Credo di poterlo definire un drama che non puntava in alto, ma che - a conti fatti - poco ci mancava precipitasse.Niente di nuovo e il già visto è riproposto pure male. Manca la trama, ma con un buon romance posso farne anche a meno. Il problema è che manca anche una buona storia d'amore. Mancano attori validi, l'attrice protagonista in particolare non mi ha convinta, mi irritava anche solo vederla. Manca tutto, insomma.
Non c'è una scena - e dico una che sia una - che potrei salvare. Quando assegno valutazioni negative spesso lo faccio parlando di spreco di potenziale, di opportunità non colte, ecc. Ma qui, la materia prima scarseggiava già in partenza, su tutti i fronti (dalla scelta degli attori, alla sceneggiatura, alla trama, all'idea di base).
Da dimenticare, se si è visto. Da non vedere, se si è ancora in tempo.
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Un cast sprecato per un drama piatto e superfluo
Quando ho letto di questo drama poco prima che iniziasse ad andare in onda, qualche perplessità già ce l'avevo. La trama sembrava già mancare di sostanza. Però c'era Ji Chang Wook, attore che apprezzo moltissimo, e speravo davvero di ricredermi, magari già dopo i primi episodi. E invece...Invece no.
Qualche nota positiva c'è, e a volte è contemporaneamente negativa. Se da una parte l'ambientazione è diversa dai soliti drama, alla lunga stufa. E 16 episodio sono lunghi da trascorrere tra immersioni subacquee, previsioni meteo e i cortili di un piccolo paesino. Se Seul rappresenta la frenesia, Samdal-ri è un luogo placido e tranquillo, molto placido e molto tranquillo. Senza pretese, con il suo piccolo, ripetitivo e ordinario quieto vivere.
La trama ruota attorno al ritorno di Sam dal, autoesiliatasi per anni a Seul, e ora pronta a partire alla riscoperta di sé stessa. In realtà, il suo personaggio non mostra una particolare evoluzione e ciò che costituisce l'ostacolo che la coppia protagonista deve fronteggiare sono sostanzialmente il padre di lui, ostile alla relazione e in balia di un lutto che non riesce a superare, e la madre di lei, che con la sua boa a fiori tiene sostanzialmente ancorato Cho Yong-pil all'isola. Tutto qua.
Tasto dolente è proprio lui Yong pil: un personaggio inconsistente, un bravo ragazzo così esagerato da risultare tonto, più che sincero e genuino. Ed è stato davvero un colpo basso vedere un attore con il potenziale di Ji Chang Wook sprecato - e sottolineo sprecato - in un ruolo/drama che offre davvero così poco. Un attore tra i miei preferiti, ma i cui capolavori come Healer, K2 e Suspicious Partner sembrano ormai vecchi ricordi se paragonati agli ultimi lavori, dove finisce a rivestire i panni di protagonisti poco performanti in drama costruiti su sceneggiature che sembrano fin da subito non voler lasciare il minimo segno. Al contrario, ho apprezzato l'attore che interpretava il padre di Yong-pil, e anche la madre di Sam-dal (la mitica e indimenticabile Ahjumma di Healer).
La serie, dicevo, procede con quelli che vorrebbero essere dei piccoli colpi di scena ma che in realtà trasmettono ben poco, e si avvia verso un finale che lascia ancora qualche flebile speranza di veder decollare qualcosa, per poter dire che tutto sommato ne è valsa la pena di vederlo, tra alti e bassi. E invece no, nemmeno quello. L'ultimo episodio, se possibile, riesce solo a peggiorare la situazione: la tanto attesa mostra di Sam-dal si risolve in modo quasi frettoloso, certo i soggetti delle foto erano scontati, ma confidavo almeno in qualcosa di più toccante - mi sono chiesta per molte puntate che fine avrebbe fatto quel filo rosso, e invece è tornato ad essere una banale sciarpa inquadrata quasi per caso per una manciata di secondi - e gli stessi protagonisti e personaggi secondari sembrano non averla vissuta, figuriamoci chi sta dall'altra parte dello schermo e dovrebbe emozionarsi per riflesso. La puntata finale si consuma, minuto dopo minuto, nell'attesa di qualcosa che non ci sarà: le varie coppie si ritagliano una fetta dell'episodio per concludere le singole vicende, e ai protagonisti non resta che una breve, brevissima scena a dir poco insulsa. E sembra uno scherzo di cattivo gusto, ma lo spettatore a una certa non può che rassegnarsi al fatto che no, non c'è davvero nient'altro. E' tutto lì. Insipido e sbrigativo.
Qualcosa di apprezzabile, qua e là, c'è. Qualche spunto, qualche riflessione, qualcosa c'è. Ma è un qualcosa che doveva fare da perno centrale, mentre invece restano piccoli momenti che emergono da una trama spesso soporifera. Un drama superfluo, del quale non si sentiva la mancanza.
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Fazzoletti a portata di mano, un drama davvero imperdibile ed emozionante
Serie che - ho avuto modo di leggere - è il remake del drama "Go Ahead" e da molti non ritenuta all'altezza dell'originale. Personalmente, allora, posso solo che essere felice di aver visto questa serie per prima, così da non dover fare paragoni e poterla apprezzare pienamente. Il drama pone al centro non i consueti due protagonisti, ma un'intera famiglia "allargata": i personaggi principali sono infatti diversi e il tema dei legami è al centro della storia, unitamente alla definizione del concetto di "famiglia". Nel dettaglio si intrecciano tre famiglie intese nel senso tradizionale, tutte provate da situazioni difficili, dalla mancanza di uno dei genitori, aspetto che sembra diventare un'etichetta a vita di fronte a tutti gli altri, alla frattura non risanabile di chi ha perso una sorella/figlia, dove poi il dolore e la depressione inferiscono crudelmente, al tema dell'abbandono inaspettato e senza spiegazioni. Dalle ceneri di tutte queste "famiglie" fatte a pezzi si forma un nuovo tipo di famiglia, dove l'affetto conta più del sangue. Motore catalizzante di questo nucleo insolito e allargato è Yan Jeong Jae, interpretato da un attore che mostra sempre grandi capacità. La storia è complessa ma al tempo stesso ben equilibrata, e può essere apprezzata da diversi punti di vista: il legame che unisce i tre "fratelli", quasi a formare uno schieramento che si supporta e si difende l'un l'altro di fronte al giudizio prevenuto degli altri compagni di studi/vicini di casa; le singole vicende legate al loro passato, che riemergono l'una dopo l'altra, tra padri/madri che ricompaiono destabilizzando di volta in volta l'equilibrio a fatica raggiunto dalla "famiglia per scelta", mostrando dolorosamente come sia difficile in realtà voltare davvero pagina rispetto a certi legami e come a volte dietro al rancore palesato nell'età ormai adulta si celi un bambino sofferente ma ancora aggrappato all'illusione e alla segreta - quasi inconsapevole - speranza del ritorno della madre che lo ha abbandonato/rifiutato/incolpato. Mi è piaciuto molto come sono stati caratterizzati i tre ragazzi e soprattutto che non ci sia davvero l'ombra del classico triangolo amoroso, aspetto che non mi fa mai impazzire e che spesso trovo davvero superfluo, perchè davvero se c'è una buona trama non serve costringere i due giovani di turno a contendersi la fanciulla che completa il trio. Il loro legame evolve, tra equilibri che si frantumano e si ricompongono, vengono messi alla prova da situazioni spesso esterne e sulle quali arrivano a prendere anche posizioni differenti che li porta a uno scontro/confronto mai però definitivo o insuperabile. E' qualcosa di molto più sano e bello da guardare rispetto al cliché della rivalità che si trascina per tutta una serie per poi risolversi in modo a volte banale. Del resto, fin da piccolo, Hai Jun non si attacca in maniera specifica a Ju Won bensì vede lei e il padre come la sua nuova famiglia e per lui il grande valore e supporto è sentire di farne parte. Diverso invece il rapporto tra Ju Won e San Ha, dove già nella tenera adolescenza per San Ha è chiaro che Ju Won rappresenta per lui "la persona", quella fondamentale, che pone al centro del suo mondo. Loro due regalano anche il romance alla serie, non una storia travolgente da batticuore continuo, ma sicuramente sentita e soprattutto profonda, anche per via delle relazioni intrecciate per anni tra loro e con gli altri membri che li circondano. Ammetto che sono stati davvero molti gli episodi che sono riusciti a commuovermi, spesso per situazioni e temi molto diversi l'uno dall'altro ma che tutti si ricollegano all'importanza e profondità della relazione e dei legami tra le persone. Quindi, con una buona scorta di fazzoletti a portata di mano, una serie da non perdere, emozionante e ricca in termini di contenuti.Was this review helpful to you?
Drama basic, piatto e fiacco
Serie che sulla carta sembra offrire ciò che spesso vado cercando: una visione leggera e spensierata, pur satura di cliché ma con un buon romance capace di emozionare (ultimamente non sono in vena di serie/film troppo impegnativi, apprezzo ancora quelle produzioni che si pone l'obiettivo di intrattenere e basta, se con qualche battito mancato e lacrimuccia di commozione in più, meglio ancora).Il tenore leggero e disimpegnato si avverte fin dall'inizio, l'infinita serie di cliché e coincidenze sono come da copione presenti, ma sono sempre stata una loro sostenitrice se fatti come si deve, e il tema della convivenza/matrimonio/finta relazione spiana sempre la strada a questa serie di scene e momenti di coppia apprezzabili.
Non ho trovato una storia impegnativa o di spessore: non la cercavo e non me l'aspettavo. Eppure a visione conclusa fatico a dare un voto che non sia una mera sufficienza. Questo perchè è venuta completamente meno la parte emotiva. Coinvolgimento: zero; emozioni suscitate: zero. Gli episodi di susseguono trascorrendo in un letargico torpore che trasmette davvero ma davvero poco. L'attrice protagonista passabile, quello maschile un grande buco nell'acqua: l'attore sbagliato nel ruolo sbagliato. Risulta perennemente poco espressivo, nella mimica, nel portamento, nel modo di recitare. Il ruolo di direttore di un'azienda resta un incarico sulla carta e non va oltre: manca di carisma, intraprendenza, determinazione. Personaggio fiacco e inconcludente, quasi remissivo, poco convincente anche nelle poche scene in cui sembra voler mostrare di avere il polso della situazione. Peccato perchè invece la sua interpretazione da protagonista nella BL mascherata da Bromance "Resta con me" era stata davvero notevole. Il pairing secondario senza infamia e senza lode, non affossano ne risollevano le sorti di una serie che poteva fare poco ma bene, e invece fa poco, male e a fatica. Tranquillamente evitabile.
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Bellissima serie, ma vincolata a un sequel necessario
BL made in Taiwan che ricorda tanto "Stay with me" (drama cinese del 2023), in primis per via del fatto che i protagonisti sono due adolescenti fratellastri (non consanguinei)Ho seguito con alte aspettative questa serie, molte ripagate, alcune altre un po' disattese. E' sicuramente una serie di qualità, dove i sentimenti si sentono senza bisogno di gesti epici, ma dove anche i momenti più apparentemente banali possono suscitare emozioni intense. Anche sotto questo aspetto mi ha ricordato molto la serie cinese sopracitata, ovvero nell'elegante capacità di emozionare senza dover ricorrere per forza all'esplicito.
Dato però che si tratta di una BL e non di una bromance, avrei comunque apprezzato un'evoluzione verso un rapporto di coppia: la chimica tra i due attori è notevole, riescono a far percepire il forte legame, ma nei fatti e nelle parole si procede ben poco. Dopo i primi due baci nati per gioco/ripicca, scordiamoci qualsiasi altra scena esplicitamente romantica, insomma. Certo, ci sono alcuni abbracci, alcune frasi, alcuni momenti e sguardi che trasmettono davvero molto, ma alla lunga lo spettatore qualcosa di più se lo aspetta. La storia è bella, delicata ma allo stesso tempo intensa. I personaggi protagonisti sanno farsi apprezzare fin da subito - forse tra i due un punticino in più lo strappa Tian, per quanto mi riguarda - a conferma dell'ottima prova di recitazione e di una sceneggiatura che non ha sorvolato sui dettagli.
Di contro, gli episodi sono stati troppo pochi, e molte scene non indispensabili sembravano rubare ulteriore tempo. Ad ogni puntata da una parte mi sembrava che la storia, per il ritmo e l'evoluzione, ne richiedesse ancora di più, mentre di fatto il conto alla rovescia dei 12 episodi totali andava diminuendo. Per di più nel penultimo episodio viene inserito un importante aspetto che riguarda il rapporto di Tian con il padre, elemento che trovo un po' assurdo inserire senza avere poi il tempo di gestirlo e contestualizzarlo come si deve. La serie ormai era agli sgoccioli, e invece di portare a termine le tante questioni in sospeso sembravano aggiungersene di nuove. Di fatto, appunto, la serie si conclude con tanto, ma tanto, in sospeso. L'episodio finale non può definirsi tale, assomiglia più che altro alla scena clou di un film prima dello stacco della pausa pubblicità, semmai. Invece qui la serie finisce proprio così, la scelta di Wang ha un senso ma evolve nel completo non detto (non c'è un confronto tra i due, un vero dialogo...è forse l'episodio in cui la comunicazione è ridotta davvero ai minimi termini, e stiamo parlando dell'epilogo, quindi quasi un controsenso).
Ripeto, serie bellissima - al momento forse la migliore BL del 2024 - ma che posso davvero reputare tale solo se ci sarà un seguito, altrimenti non può che essere considerata incompleta (e, no, mi spiace, ma il "finale aperto" è proprio un'altra cosa). Resto in una fiduciosa attesa del seguito - in questo caso lo considero proprio dovuto - nel quale affrontare tutto ciò che è rimasto in sospeso e vedere soprattutto il legame tra i due tradursi in una coppia concreta.
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Una sola parola: spettacolare!
Che io riesca a guardarmi un'interminabile drama cinese di oltre 30 episodi senza lamentarmi è cosa difficile. Valutarlo 9 stelle abbondanti su 10 è cosa ancora più unica che rara. Questa serie è stata a tutti gli effetti una piacevole sorpresa.Incuriosita dall'immagine di locandina - più che dalla trama - temevo il solito drama prolisso, ridondante e senza uno sviluppo vero e proprio. Invece ho scoperto una serie che ho divorato, episodio dopo episodio.
Il genere è il mio preferito: una grande storia d'amore inserita in un contesto militare e con un'ambientazione storico recente (inizio-metà XX secolo). Va detto, non sono tantissime le serie che presentano questi requisiti (tanti drama storici sono ambientati in epoche più remote, a volte mescolati col genere fantasy). Alle spade e capigliature chilometriche prediligo personalmente il fascino della divisa e armi a fuoco.
Molti sono gli aspetti che ho apprezzato:
- riprese, ambientazione, cura per i dettagli di un periodo storico che è davvero un piacere guardare;
- i colori e le luci: anche nelle scene più dinamiche e più cupe, c'è come un'aura di luminosità che pervade la scena, come se i protagonisti fossero sempre al centro di un palco. Le tonalità sono spesso calde, la luce diffusa conferisce la sensazione nostalgica di un tempo passato, contrastando splendidamente con le immagini perfettamente nitide, come se stessimo vivendo delle fotografie del passato.
- la storia, complessa e ricca, mai scontata, dove gli intrighi e i personaggi secondari hanno veramente un senso e non sono piazzati lì come figure di contorno
- a differenza di altri drama ambientati nello stesso periodo, in questa serie il romance resta sempre in primo piano, senza lasciarsi inghiottire da mille personaggi secondari e mille questioni militari che rendono la trama difficile da seguire. Il contesto c'è, ma non è prevaricante, insomma.
- la protagonista, determinata e schietta, oltre che intelligente e perspicace, perchè di fanciulle timide e snevevoli ce ne sono in giro fino troppe;
- l'affiatamento nella coppia principale, dove una volta instaurato e consolidato il legame non ci sono triangoli o crolli di fiducia reciproca (anche nel momento più difficile, la fiducia non viene di fatto meno). E' bello vedere come lei, astuta più degli altri ma non tanto quanto lui, sia quasi sempre la prima a capire i veri intenti che Xianlin nasconde dietro ad azioni apparentemente noncuranti.
- ho apprezzato la presenza di altri pairing oltre a quello principale, ben costruiti e a loro volta con ostacoli che si stagliano via via all'orizzonte, in particolare modo quello tra la sorella minore del protagonista e il giovane Pei.
- ma soprattutto i protagonista maschile, semplicemente spettacolare: non conoscevo l'attore, è estremamente carismatico, capace di affascinare e portare in scena un personaggio che sa essere crudo, distaccato, gelido, autorevole ma anche divertente, spavaldo, ironico e irriverente. Ha uno sguardo - quando non è con la protagonista - che inchioda praticamente tutti gli altri. Nel complesso, decisamente accattivante. Xuanlin non è tutto fumo e niente arrosto: fin dal primo episodio la sostanza è palese, quando fredda la spia e si adopera per occultarne il cadavere. I suoi tratti caratteriali risaltano non solo dalle sue parole ma anche dal portamento, dalle espressioni. La determinazione, la sicurezza di sé, la mancanza di paura ma soprattutto l'arguta astuzia che fanno di lui un protagonista stratega, bravo non solo nel combattimento o nella gestione del ruolo di potere ma sempre un passo avanti rispetto agli avvenimenti e alle già calcolate conseguenze. E' il ritratto del vero eroe: un'infanzia sofferta, una determinazione che lo porta ad avere un nutrito seguito, il coraggio di chi è sempre in prima linea, la freddezza con la quale riesce a gestire le situazioni più tese (come quando all'inizio sprona un giovane maresciallo a sparare alla propria sorella, già sicuro che si tratti di una finta minaccia). Tutto questo traspare da una recitazione davvero di alto livello (purtroppo dalla filmografia ho notato che l'attore nella maggior parte dei casi è protagonista di drama di generi che non sono propriamente nelle mie corde... Peccato, mi sarebbe piaciuto rivederlo in un ruolo simile). Forse il mio personaggio maschile preferito, interpretato da un attore performante e perfetto per il ruolo.
Se proprio devo trovare delle pecche...mi sarei aspettata qualcosa di più nelle ultime scene finali, sicuramente, dove invece il romance ha lasciato posto alla chiusura propagandistica. Altra cosa, ho adorato le battute tra i protagonisti quando ancora non erano una coppia, ma paradossalmente a sentimenti dichiarati la verve e la malizia tra i due è andata diminuendo, così come l'intensità delle scene romantiche (capisco la censura, ma dopo la battuta sulle manette in ascensore e la scena di lei che pulisce le ferite di lui a torso nudo - il tutto nei primi episodi - non vedo perchè non sfruttare altri elementi simili quando la coppia finalmente si forma. Purtroppo, a quel punto prendono piede bacetti a stampo e smancerie forse un po' OOC per lui. Avrei preferito qualche battuta maliziosa in più, e qualche abbraccio da orsacchiotto in meno. Ultimo appunto: io capisco che lo spettatore deve comprendere, ma che lui e lei si mettano a disquisire ad alta voce di stratagemmi e pianificazioni in teoria super segrete ovunque capiti - anzi, molte volte dopo che i nemici e loro scagnozzi di turno sono giusto appena usciti dalla stanza - non è forse la scelta più credibile del mondo.
Sono comunque delle pecche più che accettabili in una serie che non presenta sostanzialmente nessuna grande carenza, anzi.
Concludendo: per gli amanti del genere - ma mi sentirei di dire anche i non - è una serie davvero da non perdere!
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Business Kon: Suki ni Nattara Rikonshimasu
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Come molte altre commedie in tema "fake marriage", due sconosciuti decidono di fingere una relazione per benefici che nulla hanno a che fare con l'amore, salvo poi - nel corso della convivenza forzata - sviluppare un vero sentimento. Ripeto, niente di nuovo, ma è un genere che - se fatto bene - trovo sempre piacevole.
Pur essendo breve - 9 episodi in tutto - ha il pregio di sfruttare bene il tempo ed entrare subito nel vivo del rapporto. Poi, però, finisce alla deriva. Entrano in gioco gli amici storici di lui, dove uno s'innamora- ovviamente - della protagonista mentre l'altra viene vista dalla stessa come una potenziale rivale più che come una conoscenza di vecchia data.
Rispetto agli attori protagonisti, non mi hanno affatto convinta: lei sembrava un pulcino perennemente spaurito, lui davvero poco incisivo e dalla bellezza discutibile: lineamenti dolci, forse anche troppo, ma fascino e carisma proprio zero. La chimica tra i due si è notata solo nelle scene d'amore - punto a favore perchè sono un po' più accentuate rispetto ad altri drama simili - ma per il resto sembravano semplicemente coesistere nello stesso spazio (va bene il tema del disagio, imbarazzo, del non detto, del credere che all'altro non interessi, ecc... ma qui mancava proprio la connessione a livello di recitazione). Non ci sono grandi ostacoli alla storia tranne arrivare al punto in cui si confessano con chiarezza l'un l'altra. Punto che, dato lo sviluppo della trama, poteva essere piazzato in un episodio a caso dal quarto in avanti e si sarebbe ottenuto lo stesso, deludente, effetto finale. Questo perchè manca sostanzialmente uno sviluppo vero e proprio, formata la coppia e mostrata la quotidianità, oltre alle già citate vecchie amicizie, non c'è un ritmo che incalza, non c'è un filo conduttore che determina una direzione precisa. Sembra esserci solo il timer dei minuti complessivi che costituiscono gli episodi mancanti, l'onere di doverli riempire e arrivati all'ultima manciata infilarci l'happy ending, ovviamente scontato e insipido come ormai il tenore dell'intera serie.
Una delle pochissime note positive, la colonna sonora, in particolar modo la canzone con tutti i "La la la la...", abbastanza orecchiabile e simpatica.
Raramente seguo serie che non siano già concluse, aspettare l'episodio settimanale m'infastidisce, sia in caso il drama sia così valido da non vedere l'ora della nuova puntata, sia in casi come questo dove per coerenza ci si trascina fino alla fine, ma col desiderio di chiuderla nel più breve tempo possibile. E' stato quasi un sollievo poterla depennare dalla lista di quelle seguite.
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Serie incentrata su un romance proposto in modo piacevolmente inusuale
Serie davvero particolare. Prima BL giapponese per la sottoscritta, va detto.Ho apprezzato la scelta inusuale - ma sarebbe bello accadesse più spesso - di trovare i due protagonisti già intimi in partenza. Questo permette di dedicare il tempo - sempre poco in queste serie di 8 episodi da 20 minuti l'una - a tutto il resto. Si salta quindi la conoscenza tra i due - anche se ci sono dei graziosi flashback - e si parte che già convivono a tutti gli effetti, pur in una relazione - non - relazione - e non ben definita. Sostanzialmente questo concetto è il fulcro della storia. Storia intesa come evoluzione amorosa della coppia, perchè altra storia non c'è. Dal punto di vista della trama è davvero una serie ridotta all'osso: qualche riferimento al lavoro di meteorologo di Mizuki, qualcuno al mondo dei manga per Yoh, e fine. Lo stesso cast conta tipo quattro attori - sei, se vogliamo conteggiare le inutili presentatrici colleghe di Mizuki - e per il resto sono una manciata di comparse. Le riprese girate quasi tutte al chiuso, e di queste la maggior parte nell'appartamento in cui convivono. Se cercate grandi ambientazioni e una trama ricca al di là della coppia, allora non è il drama che fa per voi. Se invece volete un buon romance, un po' insolito, allora mi sento sì di consigliarlo. Va detto che non è chiarissimo, la comunicazione - proprio per scelta - è ridotta all'osso e spesso poco esaustiva. Del resto l'ostacolo alla basa è proprio la mancanza di comunicazione tra i due e l'incapacità - sopratutto da parte di Yoh - di comprendere azioni e sentimenti dell'altro. Yoh, che non disegna un partner prepotente e possessivo, è però convinto di non avercelo proprio, un vero partner, e il suo credere che da parte di Mizuki non ci sia alcun sentimento fa sì che si senta vessato da tale prepotenza e possessività, invece di comprenderla e apprezzarla. Da una parte si tormenta con mille congetture e dubbi (e qui avrei preferito qualche conversazione in più e qualche paranoia mentale in meno), dall'altra si ferma all'apparenza e non prova a scavare più a fondo rispetto a ciò che vede. Ed ecco quindi che piazza una scenata di gelosia per i sorrisi che Mizuki dispensa spesso e volentieri a tutti, senza però comprendere che sono tutti sorrisi artefatti e di facciata, e che il valore è proprio nel fatto che, a lui, Mizuki non riservi tali sorrisi smaglianti. Tra le mura di casa c'è il vero Mizuki, che non deve sforzarsi di apparire, e che spera di piacere per quello che è. E, a dire il vero, qualche sorriso in realtà c'è, ma ben diverso da quello a 32 denti che mostra in televisione: è più un sorriso sghembo, quasi una smorfia divertita, e si nota solo quando sono tra di loro. Se devo trovare due pecche, avrei preferito uno Yoh un po' meno tonto - perchè fino alla fine non si capisce bene se ha capito - e, di conseguenza, un finale con una conversazione risolutiva (non dico dichiarazioni sdolcinate, per carità, ma - mantenendo il loro codice di linguaggio - una qualche uscita che facesse davvero la differenza....e dubito possa essere la richiesta di sentire dire "bentornato a casa"). Buona la chimica tra i due, scene non troppo esplicite anche se, come dicevo, la serie parte con un alto grado di intimità tra i due (forse, gli accenni più espliciti sono nel linguaggio, più che in ciò che viene mostrato, ma senza mai cadere nella volgarità). Concludendo: piacevole e diversa dal solito... Aiuta a spezzare la visione di serie che pur con trame diverse hanno di fondo lo stesso meccanismo di base.
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Un drama melenso e senza trama
Ho visto questo drama tempo fa, forse dopo le primissime BL Thai. Mi aveva un po' delusa, l'avevo guardato sbrigativamente e poi archiviato. A distanza di alcuni mesi, ho provato a dargli una seconda chance. Niente, la prima impressione era quella giusta.L'unico pro credo sia la buona chimica di coppia, sia per quanto riguarda il pairing principale che quello secondario.
Di contro, tante cose. Dal fatto che, diciamocelo, una trama non esiste. Ci sono solo una serie di elementi infilati - a volte un po' a caso - per accompagnare la relazione dei protagonisti nella direzione in cui si vuole andare. Non ci sono grandi drammi, veri e propri ostacoli, ma ci si limita a puntare tutto sul tema del "segreto" e del "non detto", anche dove ciò che viene celato non è niente di eclatante, tant'è che una volta svelato non va a sconvolgere chissà quali equilibri. Alcune scelte, poi, risultano così forzate da essere un po' assurde, vedi il fatto che i due siano stati promessi fin dalla tenera età per volere delle rispettive famiglie (ah, la logica, questa strana cosa misteriosa!). Gli attori abbastanza bravi, anche se l'attore che interpreta Lian mi suscita antipatia a prima vista. Se da una parte, dicevo, non esiste una storia vera e propria, dall'altra a peggiorare la situazioni arrivano una quantità disumana di scenette assurde: un conto è il momento un po' glicemico, ma comunque emozionante e romantico, un altro sono i siparietti melensi, così sdolcinati da risultare ridicoli e quasi imbarazzanti. Ecco, per arrivare alle - non poche, va detto - scene appassionate tra i due occorre però sopravvivere alla pioggia di zucchero a velo del prima e spesso anche del dopo.
Giusto per completezza, mi sono fatta del male e ho guardato anche il sequel e, non contenta, anche la spin-off su Yi e Diao. Per entrambe, confermo quanto già detto per la serie originale. Anzi, in alcuni passaggi sono riuscite pure a essere al di sotto di "Cutie Pie", che non è cosa da poco. Il giudizio finale è una sufficienza risicata, giusto per l'affiatamento tra le coppie. Ma non lo ritengo un motivo sufficiente per consigliarne la visione.
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A salvare il drama quel basta per strappare la sufficienza è stata la coppia secondaria, soprattutto per la star del badminton che ha saputo rubare la scena - cosa peraltro facilissima da fare - al vero protagonista della serie.
Un ulteriore menzione positiva per l'amico di infanzia della protagonista, attore che devo dire ricorda vagamente il grande Song Joong Ki (ma il paragone si ferma lì, a una mera somiglianza... Per il resto siamo lontani anni luce).
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Premesse e primo episodio ok. Poi, il nulla.
C'è una tematica di base anche originale e interessante, quella della chirurgia plastica, del suo utilizzo smisurato, di come possa fare male ma possa anche essere utile.
Manca però una direzione precisa verso la quale costruire la storia, c'è una buona idea - ripeto - ma una volta presentata, non sembra esserci altro, mentre una buona serie ha bisogno i solide basi, tanto lavoro per uno sviluppo concreto e interessante e molto, molto altro. Ci sono temi già visti un milione di volte, ma se impostati bene e sviluppati con cura, non mi stancherei mai di vedere riproposti. Qui c'è un guizzo di novità, ma buttata lì come se da sola dovesse fare il miracolo di determinare le sorti del drama.
Nel concreto, s'inserisce l'elemento thriller e il contesto del passato, ma quasi a riempitivo e senza l'impressione di voler arrivare da qualche parte di preciso. Il finale frettoloso, i nodi che arrivano al pettine sciolti dando un banale strattone, persino la carta del romance che poteva essere giocata sembra vittima della svogliatezza di prendere in mano la faccenda e impegnarsi a delinearla.
Ah, inutile dire che il coinvolgimento emotivo è sotte zero. Il giudizio finale, direi, emerge da sè.
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This review may contain spoilers
La serie numero uno in assoluto.
"Lighter and Princess" non solo entra a sorpresa nella mia top ten - popolata per il resto da drama coreani - ma si posiziona incredibilmente al primo posto. Davvero ineguagliabile.Produzione di alta qualità, attenzione per i dettagli. La Cina quando vuole su questi aspetti sa distinguersi, ma poi si perde nello sviluppo delle trame. Qui invece no. Qui sforna una serie così reale che è impossibile non immedesimarsi: niente siparietti insulsi o ridicoli, nessuna conversazione artificiosa, nessuna banalità imbarazzante trattata al pari di una rivelazione fondamentale, nessun passaggio poco credibile e buttato lì sotto riflettori esagerati e giusto per far scena. C'è uno spaccato reale che cattura lo spettatore fin dal primo episodio...e non lo lascia più.
La storia racconta degli anni di università, e quelli subito dopo, che vedono al centro i due protagonisti, Li Xun e Zhu Yun, con un meccanismo del tipo: presente-lungo flashback nel passato- ritorno al presente.
L'ambientazione è quella della facoltà di informatica, tema che non solo caratterizza la maggior parte dei personaggi ma che viene portato avanti con attenzione e credibilità: si parla di codici, virus, programmi, giochi online, piattaforme, investimenti, aziende del settore, grafiche e via dicendo. Del resto questo fa parte della vita dei personaggi, è normale sia presente in modo costante: niente di troppo complesso da risultare ostico, ma neppure qualcosa di banalizzato e accennato solo di sfuggita, come inserito tanto per dare un senso agli studi dei personaggi o ai loro interessi. No, affatto. Qui ogni singola tematica è ben sviluppata, nella giusta misura.
In questo drama ho ritrovato quella che è ormai a pieno titolo la mia attrice cinese preferita, protagonista anche di un'altra serie (Fall in love) da me molto apprezzata. L'attrice, di una bellezza singolare - non ha forse i lineamenti fini di mille altre sue colleghe - ha un fascino magnetico e carismatico, grande espressività nella mimica facciale e nello sguardo. Come nell'altra serie che ho citato, interpreta un personaggio femminile che mostra una cieca e incrollabile fiducia nei confronti del protagonista. Salvo una situazione in cui viene praticamente portata, con tutti gli stratagemmi possibile, a prendere le distanze da lui, per il resto la sua fiducia e il suo amore sono praticamente incrollabili, ed è una cosa che ho apprezzato tantissimo, perchè invece che sottoporre lo spettatore a una serie di cliché infiniti di tira-e-molla e di assurdi fraintendimenti, qui si può ammirare lo sviluppo e la sinergia di coppia. Brava, brava, bravissima.
La punta di diamante della serie, però, è il protagonista maschile, Li Xun. Interpretato da un bravissimo attore che non conoscevo e che trovo semplicemente perfetto per il ruolo, capace di portare avanti con coerenza il carattere singolare del giovane protagonista, anticonformista e ribelle, asociale e geniale, intuitivo ed ermetico, ironico e distaccato, con un passato difficile alle spalle, un QI senza eguali, grandi ambizioni e la ferrea volontà di essere l'unico artefice del proprio destino. Semplicemente spettacolare. E Arthur Chen veste perfettamente i suoi panni, con gli sguardi impassibili ma che inchiodano, l'atteggiamento distaccato e freddo, le risposte concise e senza orpelli. Il fascino di questo attore è più nella sua espressione imperscrutabile che nel sorriso, che paradossalmente non mi fa impazzire. Esteticamente, inoltre, altro meritato 10 e lode, sia nella versione platino - singolare nelle serie asiatiche, ma qui la capigliatura anticonformista stava benissimo - sia nella versione poi tornata castana, sia nel taglio più corto e scuro (forse esteticamente quello che ho preferito di meno, ma che ammetto serve a conferirgli un'aspetto più maturo e autorevole).
Lui è la figura che più di tutti evolve nel corso del drama, rimanendo tuttavia fedele alla sua caratterizzazione. Non è ribelle nei confronti della giustizia, contrariamente a quanto si può pensare. La prima volta che viola la legalità, è palese che lo faccia a malincuore, spinto dal bisogno assoluto di pagare alla madre le cure di cui necessita. Non è però fiero di sé stesso, e quando si trova a dover assumersi la responsabilità del proprio gesto, lo fa con la consapevolezza che è giusto così (non va dalla madre di Zhu Yun a chiedere un trattamento di favore per sé stesso, e nonostante ciò che dice a Zhu Yun quando le prova tutte per allontanarla non è nemmeno vero che incolpa la madre di lei, è ben consapevole che la donna ha fatto semplicemente ciò che era giusto fare, ovvero espellerlo). La seconda volta che infrange la legge, è decisamente premeditata, inizia a prendere forma nella sua testa quando ancora nessuno può nemmeno immaginarlo: consapevolissimo di compiere una brutta azione - si preoccupa di allontanare da sé Zhu Yun in tutti i modi - per poi ripagare letteralmente "occhio per occhio" la persona odiosa che ha indirettamente causato la morte della sorella. Li Xun poteva trovare modi subdoli per sabotarlo, sfruttando le sue doti e senza farsi beccare. Invece compie un'azione plateale, consapevole delle conseguenze e accettandole pienamente in anticipo: autore del proprio destino, compie una scelta che è solo sua. La sua fermezza è costante ed è sicuramente il tratto che più lo caratterizza.
Ho adorato l'evoluzione della coppia: lui è incuriosito da lei, ma non lo vuole ammettere. Lei è affascinata da lui, ma insofferente ai suoi modi. Sono praticamente cane e gatto, e non perdono l'occasione per battibeccare, lanciarsi frecciatine, ironizzare, rispondere a un attacco con un contrattacco. E' una dinamica davvero bella da seguire, sembrano interagire con un codice tutto loro e molte scene apparentemente ordinarie sanno coinvolgere quanto i momenti romantici (e ce ne sono anche di quelli, complice una chimica davvero notevole tra i due). Questo a mio avviso il pregio maggiore della serie, ovvero che anche tolte le scene "da bacio" - e, ripeto, non mancano - ogni singolo episodio è saturo di momenti altrettanto emozionanti. Giusto per elencare qualche parola chiave, non tanto spoiler ma di immediata comprensione per chi ha visto la serie:
- il racconto di Zhu Yun sul golden retriver tinto
- la usb a forma di porcellino (e il virus a forma di maialino che manda in tilt più di un computer)
- la foto strappata e ricomposta
- l'accendino e la principessa
- gli aeroplani di carta
- la definizione di principessa
- i fiocchi di neve sul palmo della mano
- i massaggi a braccia e schiena
- la camicia di Li Xun
- le rose blu
- il biglietto con il quale Zhu Yun si impegna ad accontentare una qualsiasi richiesta di Li Xun (che trova uno splendido collegamento nell'episodio speciale della proposta di matrimonio)
- i fuochi d'artificio
- il vestito da principessa
- il solletico
- il re e il cavaliere
...e potrei continuare oltre. Proprio su questo ultimo riferimento - richiamato anche dalle parole della sigla di apertura - un appunto è dovuto, perchè esprime pienamente la relazione tra i due. Apparentemente può sembrare che Li Xun sia colui che comanda - lui è il "re" - e sicuramente le sua abilità e la sua capacità di intuizione fanno sì che sue siano le decisioni della strada da seguire. In questo senso sì, Zhu Yun obbedisce alle sue richieste e indicazioni, ma di fatto semplicemente si affida - come anche altri - a lui con la consapevolezza che nell'ambito professionale la sua lungimiranza è ineguagliabile. Ma è anche vero che la priorità di Li Xun è il benessere di Zhu Yun, per cui questo "re" utilizza il suo potere per dare al suo "cavaliere" ciò di cui ha bisogno. E lo fa a qualsiasi prezzo (quando capisce di non poter battere nella competizione Fang Zhijing perchè l'altro ha giocato sporco, piuttosto che deludere Zhu Yun trova comunque un modo - meno lecito e per il quale mette in conto di dover poi pagare un prezzo - pur di raggiungere l'obiettivo che si è prefissato). Obiettivo che nemmeno era suo, inizialmente. Ma lo diventa non appena si manifesta come bisogno i Zhu Yun. Tutto questo si evince anche dal suo commento alla frase che Zhu Yun posta sul social non appena si mettono assieme, dove lei dice di essere il cavaliere al servizio del proprio re, pronta a seguirlo, a battersi e a morire per lui. "Ipocrita" è il commento di Li Xun, che spiega in pieno il vero rapporto tra i due: lui è il re, ma il suo potere è di fatto al servizio di Zhu Yun, dal momento che la ragazza rappresenta la sua priorità.
La presenza di tutti questi riferimenti e dettagli no n può che derivare dal fatto che un adattamento televisivo di un romanzo. Le sceneggiature che nascono direttamente come serie spesso non hanno tutta questa attenzione e ricchezza di particolari, forse perchè si pensa erroneamente di giocarsi bene la carta dell'aspetto degli attori, della musica, delle inquadrature, e via dicendo. Un romanzo invece deve mettere sul piatto molto altro, per coinvolgere il lettore. Ed ecco che i tanti, piccoli, apparentemente banali dettagli si intrecciano tra loro come fili e trovano un senso nel corso della storia. La trasposizione penso sia stata molto fedele, e non può che essere stato un vantaggio enorme.
Una meritata menzione anche ai personaggi secondari, da Lao Gao e Xu Li Na, due personaggi rovinati dall'invidia e dal desiderio di ciò che è impossibile, a discapito di ciò che di buono invece posso avere ma che non vedono se non alla fine. In particolare modo Gao è un personaggio che sa farsi davvero odiare ma che, a conti fatti, non si può dire non abbia provato più volte a sottrarsi a quell'invidia deleterea che lo anima quando è al fiano - o meglio nell'ombra - di Li Xun. Una vita da eterno secondo, in amore e nel lavoro, dove anche il desiderio di voltare pagina e cercare una sua strada, anche lontano, pur di evitare la tossicità di una convivenza per lui malsana, sfuma tristemente condannandolo ancora una volta a quel ruolo che gli va stretto e che a un certo punto diventa per lui una sorta di ossessione.
Ben caratterizzata anche la squadra della Rete Cuore Alato, ogni membro ha un suo valore e nell'insieme rappresentano un valore positivo, quello che fa la differenza tra il modo di vivere di Li Xun prima e dopo il carcere, fino a portarlo finalmente ad ammettere che "non sta scalando la montagna da solo". Prima della prigione aveva concesso solo a Zhu Yun di stare al suo fianco, di entrare in quel suo piccolo spazio privato gelosamente e ostinatamente custodito, quasi negato. Quando dopo il lungo flashback si torna al presente, sembra piano piano lasciarsi circondare anche da altre figure, che verso la fine diventano una via di mezzo tra amici e famiglia.
Le canzoni che accompagnano la serie - dalla sigla a tutte le altre - sono di pari livello, a dir poco stupende. Non solo belle da sentire, ma calzanti nella scelta delle parole e dei riferimenti.
Dopo aver visto - e rivisto, e rivisto, e rivisto - questa serie, la tentazione di cercarne di simili era forte, e mi sono accodata a chi, dopo averla vista, aveva fatto lo stesso chiedendo consigli su vari siti...ma leggendo un po' i titoli suggeriti, devo concordare con chi ha affermato che è meglio non andare alla ricerca di una serie come "Lighter and Princess", semplicemente perchè non c'è alcuna serie che può definirsi simile e alla sua altezza (parole vere, purtroppo).
Concludo non consigliandone la visione, ma definendola proprio obbligatoria. Questa è una serie che va vista, non ci sono storie.
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