Originale, straziante ma pieno di speranza.
In un mare di drama dove il motore che spinge e arresta le relazioni è la gelosia fra gli attori principali e secondari, Goblin (Guardian: the lonely and great god) spicca per la sua originalità nella trama e nella gestione delle relazioni. La gelosia farà capolino solo di striscio, e sarà men che secondaria.
Soprattutto, è la trama ad essere molto originale, decisamente diversa da qualsiasi cosa abbia mai visto.
Un invincibile generale della dinastia Goryeo viene falsamente accusato di tradimento e assassinato assieme a tutta la sua famiglia da un re geloso e sobillato. La spada che gli piantano in petto lo condanna ad essere un goblin immortale, fino a quando non incontrerà la sua sposa, l’unica che potrà estrarre la spada e liberarlo dal peso dell’immortalità. Nel frattempo, il nostro generale/goblin fa conoscenza anche di un dio della morte e di varie altre persone…
Diciamolo subito: a parte le prime scene, di un’energia pazzesca, l’azione non è il comparto principale di questa serie. Ma Gong Yoo, nei panni del generale Kim Shin, è quanto di più vigorosamente maschio si possa immaginare, senza sconfinare nei palestrati. Anche in abiti civili, Gong Yoo è un attore coi controfiocchi: espressivo il giusto, maturo e coinvolgente senza essere eccessivo.
Mai sopra le righe, sembra essere il mantra di questa produzione. Diktat a cui si uniforma anche Lee Dong Wook, nei panni del grim reaper, un tipo piuttosto impacciato e chiaramente a disagio nei rapporti interpersonali. Il suo personaggio è per certi versi un po’ tonto, e si è calato benissimo nella parte.
La giovanissima Kim Go Eun, che ha magistralmente interpretato la sposa del goblin, ha saputo mantenere alla grande il suo ruolo di collante centrale a quasi tutte le vicende.
Un nutrito stuolo di spalle è riuscito a reggere alla grande il passo di questo magnifico trio. Tutti gli attori, fino alle comparse, hanno fatto un lavoro egregio, una vera gioia per gli occhi, e spesso un colpo al cuore.
Se, specialmente all’inizio, non sono mancate situazioni divertenti, che hanno alleggerito l’atmosfera, verso la fine a prevalere è la tragedia, anche se non così definitiva come si potrebbe pensare. (Eppure, io ancora mi domando quale sarà il destino del solitario goblin.)
Ma non solo di tragedie e amori difficili o impossibili si nutre questo drama. Inserite qua e là, come perle nascoste, ci sono frasi che fanno pensare, che ci parlano per esempio di come il destino a volte ci dia una spinta, se abbiamo fortuna, ma avvisandoci che il resto della strada dobbiamo farla da soli. Ci sono momenti di altissima poesia, lettere e citazioni che rimarranno impresse per molto tempo.
Il regalo di un orologio sarà accompagnato da questo biglietto: “Per tutti i sentieri su cui cammineremo insieme, per tutti i paesaggi che vedremo insieme, con cuore timido ed emozionato, con tutte le domande e le risposte. In tutti quei momenti, ti amo.”
La storia si dipana senza eccessive vicende secondarie, forse a volte rallentando un po' troppo ma, ad essere sinceri, non saprei neppure io cosa tagliare per snellire. Alla fine, tutto è necessario e, soprattutto, originale nel concetto e nello svolgimento. Le relazioni fra gli avvenimenti di 900 anni prima e dopo sono perfettamente spiegate e bilanciate, i personaggi convergono sul palcoscenico come attirati dal magnete del destino. E se in principio Kim Shin sembrava un bambino capriccioso e la sposa una ragazzina troppo vivace, le peculiarità delle loro vite possono spiegare molte cose. Il tempo e le interazioni portano crescite caratteriali importanti.
Ora, so che da più parti si sono alzate voci di dissenso all’idea di una storia d’amore fra una ragazzina di 19 anni e un uomo di 39 (più 900). Sarei stata anch’io fra quelle voci ma, in realtà, finché la sposa era giovanissima la relazione fra i due è rimasta molto delicata, praticamente platonica. Solo più avanti, quando lei è cresciuta, è evoluto anche il loro rapporto.
E' molto ben riuscita la bromance (senza alcuna connotazione BL) fra i due protagonisti principali. La loro amicizia ha aggiunto sale e pepe alla storia.
Giustizia vuole che si parli dell’ottima cinematografia, delle ambientazioni, dei costumi, tutto molto curato e piacevole. Un discorso a parte merita la colonna sonora, impreziosita da alcune canzoni, specialmente l’opening, che non dimenticherò facilmente. Ma anche le musiche di sottofondo vantano alcune tracce molto belle, che ben sottolineano l’azione.
Questa serie mi ha stregato, sono rimasta incollata alla sedia per tre giorni di fila, imprecando quando dovevo staccarmi per fare altro. Insomma, un drama che consiglio caldamente, a meno che non si sia allergici alle lacrime, perché in questo caso le cose si metterebbero male. Come dice il saggio, prima di poter migliorare le cose devono peggiorare.
So che altri la ritengono una noiosissima fiera del cliché. Provare è l'unica strada. A me è piaciuto.
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Tanti bei ragazzi, sceneggiatura terribile
Il vero, unico punto di forza di questo drama è il cast. Da donna, posso dire di essere stata intrattenuta da un’infinita parata di bei ragazzi, e gli attori hanno anche lavorato benino.Se il protagonista sembra fatto apposta per farci sognare la notte, un discorso a parte merita il diavoletto che interpreta la parte del quasi onnipresente bambino. Crescerà… e credo diventerà un bravo attore. Le premesse ci sono.
L’opera è chiaramente a basso costo, con costumi cambiati raramente e ambientazioni riciclate con scuse trasparenti. Come detto più volte, non è grave di per sé, ho visto drama a basso costo molto interessanti.
E, come spesso accade, la storia parte scoppiettando, interessante, con la sua buona dose di mistero e voglia di scoprire cosa ci sia dietro, sia pure con la consueta dose di cliché. La coppia principale è bene assortita, è molto piacevole guardare le loro interazioni. Ma, ben presto, il giocattolo si rompe e i personaggi cominciano a comportarsi in maniera illogica, mentre i colpi di scena gratuiti, assurdi e in gran parte super telefonati si susseguono fiaccando la volontà dello spettatore. L’uso smodato della perdita di memoria è risibile.
Molte situazioni di conflitto vengono condotte in maniera che non si può definire altrimenti che pedestre. Certe scene di combattimento sono veramente ridicole, alcune vengono addirittura non mostrate e la battaglia finale dello scopo principale di tutto il conflitto all’interno del drama, il trofeo settennale, non abbiamo l’onore di vederla! In un’occasione le fazioni opposte restano a guardare due tizi che combattono e nessuno cerca di recuperare un animale fondamentale per la salvezza di un caro. L’eroina, che ha un figlio in fin di vita e una finestra di tempo ristretta per salvarlo, passeggia un giorno intero con l’amato a fare la romanticona, trovando un’amaca e delle lanterne in mezzo a un bosco… O se le sono portate dietro (e non facevano parte della dotazione della missione di salvataggio) oppure erano già lì, e allora, bella mia, fatti delle domande e datti delle risposte. O dobbiamo semplicemente pensare che queste cose le abbiano tirate fuori dai magazzini della produzione? E così via delirando.
Il lieto fine è bene accetto, un po’ meno che sul letto nuziale si buttino due battute di dietrologia per annunciare che forse, a questo indescrivibile sfacelo, ci sarà pure un sequel.
No, gente, non ci siamo. Bei ragazzi, e bravi, ma al servizio di una sceneggiatura che incita al linciaggio degli scrittori. Bocciato. Darò 6 abbondante per le prime puntate, molto gradevoli, e il cast.
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Interessante, ma un po' ripetitivo
Sentimenti contrastanti per questa serie. A differenza di molte altre, le ambientazioni e i costumi sono molto più poveri, perché si svolge fra gente abbastanza comune e non in regge e palazzi. Quindi quella parte di spettacolo che deriva da questi elementi non è molto presente.Gli attori sono bravi, fanno tutti più o meno il loro dovere, ma senza gridare al miracolo. Purtroppo in buona parte, e il protagonista più di tutti, sono pesantemente ritoccati in viso. Questo povero Tim Yu, di nemmeno 30 anni, perfino sotto il cerone sembra una ex diva. Bocca e gote sono così alterati che mezza faccia fatica a muoversi, ed è costretto a recitare con gli occhi. Che tristezza.
Ho gradito molto il commento musicale, con alcuni pezzi molto belli e azzeccati. La storia in sé sarebbe molto più piacevole se non si trascinasse troppo nella parte centrale. Ok, c’è un mistero da scoprire, ci troviamo in un luogo dove avvengono omicidi misteriosi, e il nostro detective indaga. Muore qualche persona, ci si sposta e si ricomincia. E così via. Troppo ripetitivo. Ho seriamente rischiato di abbandonare la visione, ma ho perseverato e ne sono contenta perché si è molto sollevato nel finale. Ci sono stati alcuni colpi di scena che mi hanno sinceramente sorpreso, e non accade spesso.
La serie può ritenersi relativamente abbastanza conclusa, ma diverse situazioni sono passibili di ulteriori sviluppi e il comparire di un nuovo personaggio negli ultimi secondi parrebbe foriero di una seconda serie. Se la faranno la guarderò, sperando che mantengano il cast.
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Commediola molto gradevole
Commedia frizzante, molto ben recitata dagli attori principali, compresi i gatti. Gli amanti dei felini non potranno che adorare quest'opera. E' un drama peso piuma, fatto apposta per ridere, e si ride parecchio, di gusto. Intendiamoci, niente di nuovo sotto il sole, ma niente fatto con garbo, e splendidamente interpretato dalla coppia principale.Specialmente Xiao Kai Zhong è riuscito a calarsi nella parte del "principe gatto" altezzoso pigro e scostante ma, sotto sotto, affezionato alla sua padrona, in maniera eccelsa, complici anche i tratti del suo viso particolarmente adatti al ruolo. Tian Xi Wei ha anch'essa contribuito molto alla buona riuscita, interpretando splendidamente il suo ruolo di ragazza spumeggiante, un po' egoista, insicura, ma alla fine molto innamorata. Ottima interpretazione di entrambi, con una menzione per Zhang Guan Sen, convincente spalla del generale Miao, mentre Sun Xi Zhi, fratello minore del protagonista e rivale in amore, purtroppo poco pervenuto.
Abbiamo detto che è un peso piuma, quindi non possiamo aspettarci il meglio dalla trama. Né ci sono risparmiati diversi momenti "cringe", dove l'umorismo, ahimè, appare involontario. L'apparenza dei cattivissimi della serie lascia un po' a desiderare, in effetti, ma è superabile, così come gli effetti non troppo speciali. Sappiamo già che fa parte del pacchetto della maggior parte delle opere. Meno superabile è l'uso disinvolto che viene spesso fatto delle abilità e limitazioni del generale Miao. Le sue peculiarità, specie nella seconda parte del drama, sono spesso poco coerenti con le premesse. Il set di regole che governa le sfere e le loro proprietà sembra a volte piegarsi alle necessità della trama. Peccato. E' l'unico motivo, assieme al cast secondario piuttosto dimenticabile, per cui ho tenuto il punteggio sul molto buono anziché sull'ottimo.
Questa breve serie è una sciocchezza, fatta probabilmente con pochi mezzi, e senza tante pretese, ma svolge ottimamente il suo compito che è di farci ridere e, nel finale, anche commuovere. Non è fatta per offrirci un world building convincente o la totale coerenza. Il lieto fine, in un lavoro del genere, è d'obbligo.
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L'unico difetto è che è solo la prima stagione.
Prima cosa in assoluto: questa è solo la prima stagione di una serie di tre. La seconda dovrebbe essere più o meno in lavorazione (novembre 2021). Ciò per sottolineare, subito, che il finale della serie ci lascia con un colpo di scena pesante e una suspense intollerabile.Detto questo, un drama magnifico, a partire dagli attori. Tendo a non soffermarmi troppo sulle attrici, sono donna, in fondo, ma gli attori sono praticamente tutti bellissimi e molto bravi. Zhang Ruo Yun ti prende a poco a poco… Inizialmente non mi entusiasmava, ma nel giro di pochi episodi mi ha completamente catturato. Tutti i vari comprimari e secondari fanno un lavoro egregio, ma chi venisse qui per Xiao Zhan sappia che lo si vede solo nelle ultime puntate e il suo personaggio non è dei più simpatici.
Ho apprezzato particolarmente la storia, che non conosce praticamente momenti di noia, e in una serie così lunga è dire molto. In questo isekai ci sono intrighi, lotte, colpi di scena, sospetti accuratamente nutriti, rivelazioni: c’è di tutto e di più. Poco romanticismo, e non se ne sente la mancanza. I risvolti personali di molti personaggi vengono abbondantemente sviscerati. Soprattutto, non esistono buoni e cattivi monodimensionali: di tutti vengono forniti molti tratti caratteriali e le circostanze che li hanno resi come sono. Un paio di antagonisti sono resi così umanamente che quasi si farebbe il tifo per loro. Quasi.
Personalmente ho trovato che l’unica parte debole della serie fosse la relazione della coppia principale. La protagonista ha poco spazio, un personaggio piuttosto noioso e monocorde, e nella seconda parte del drama, quando l’azione si sposta, sparisce completamente. Magari tornerà nella seconda stagione e le daranno un percorso di crescita. Intanto, ci ricordano che esiste perché ogni tanto il protagonista ripete di essere innamorato di lei.
A parte ciò, una cinematografia magnifica, con riprese da angolature particolari, movimenti della macchina da presa molto ben studiati, con scenografie magnifiche e costumi splendidi: il tutto è una gioia per gli occhi. Anche la musica di background ha momenti ispirati, pur se le sigle si lasciano dimenticare in fretta.
In sunto, un’opera il cui unico, vero difetto è di lasciarci col fiato sospeso. Non sono il tipo che ben convive con la curiosità: penso che andrò a cercarmi l’opera da cui è tratto.
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Tratto dal webtoon “Weak Hero” di SeoPass e Kim Jin Seok, di cui sarebbe una specie di prequel, questo drama in 8 episodi da 40 minuti ciascuno è un concentrato di violenze brutali, che può essere guardato su diversi livelli.
In estrema sintesi, possiamo dire che Yeon Shi Eun, uno studente modello minuto e apparentemente poco atletico, si trova a battersi contro compagni prepotenti e piccoli delinquenti con astuzia, intelligenza e uso di armi non convenzionali (da ora in poi, in casa mia solo biro statiche, quelle a punta retrattile sono bandite). Apparentemente apatico e dedito completamente allo studio, si apre però con Soo Ho, un ragazzone abile combattente, e con Beom Seok, anche lui vittima di bullismo e di un padre potente e abusivo. Le iniziali vittorie, però, saranno vanificate da piccoli screzi all’interno del gruppo che, gonfiati al di là di ogni proporzione, finiranno per sfociare in tragedia.
Quello che ci viene presentato, fin da subito, è un ambiente scolastico malsano, dove una piccola cricca di prepotenti si fa branco per divertimento, per sfogare le proprie frustrazioni, per delirio di onnipotenza o, semplicemente, per invidia: il capobranco che ottiene il terzo premio in matematica vuole farla pagare al protagonista, Shi Eun, che è arrivato primo. Costui si aggira con occhi spenti e faccia apatica, chiuso nella sua bolla di studio e auricolari ma, dopo aver richiesto invano di essere lasciato in pace, se attaccato reagirà con violenza e astuzia, usando le nozioni imparate, la psicologia, e ogni mezzo a portata di mano. Il bullo costringe Beom Seok a drogare Shi Eun per fargli sbagliare un esame, ma le cose non vanno proprio come previsto. Così il capobranco, frustrato e umiliato, mette in mezzo un cugino semi-delinquente coi muscoli, ma anche Shi Eun si appella all’atletico Soo Ho, e allora si intromette un piccolo malvivente di quartiere, e poi…
Da un sassolino è nata una frana rovinosa che rischia di trascinare tutto con sé. In questa lotta dei ragazzi contro altri ragazzi e contro un piccolo capoccione, la polizia ha inizialmente poca importanza: già stupisce che intervenga quando chiamata, però poi, almeno in principio, non può procedere per mancanza di prove e i ragazzi, ancora una volta, sono lasciati a cavarsela da soli fin quasi alla fine.
L’assenza o lo scarso aiuto degli adulti sono un tema ricorrente. Parte dei combattimenti avviene a scuola, ma non c’è mai un insegnante in classe o, se c’è, non si intromette, addirittura esce, e ci si aspetta che torni coi rinforzi ma… no. Intanto, mentre si consumano scontri feroci, i compagni si accalcano alle pareti senza intervenire in alcun modo. E ogni tanto qualcuno va all’ospedale ma, per vari plausibili motivi, nessuno finisce mai nei guai con la giustizia.
Ma quando poi i nostri tornano malconci a casa, cosa trovano? Shi Eun ha una madre assente che fa l’insegnante e che vede praticamente solo nelle lezioni online e un padre a cui pare interessi solo sapere che arriva primo nelle gare scolastiche. Soo Ho vive con la nonna e lavora duro per mantenersi, tanto che di giorno dorme in classe. Beom Seok ha un padre adottivo che lo picchia e lo bastona con una mazza a golf, oltre ai vecchi compagni di scuola che non aspettano altro che di riempirlo ancora di botte. Molti ragazzini vengono sfruttati da un piccolo delinquente, che prima li irretisce con un giro di scommesse truccate e poi li sfrutta. Le situazioni descritte sono di disagio anche pesante e raccontano di giovani vite che non sembrano avere un posto per tirare il fiato. Lo spettatore ansima con loro.
In questo girone infernale, che dà sì l’impressione di essere un po’ esagerato, ma per certi versi forse neanche troppo, il vissuto dei vari personaggi, le motivazioni che li spingono, le molle neanche tanto nascoste che li fanno scattare, tutto è sciorinato davanti ai nostri occhi senza maschere e senza veli, in tutta la sua bruttura.
Weak hero Shi Eun non è debole. Non è neppure un eroe. Non sarebbe neppure particolarmente violento. E’ solo un ragazzo che avrebbe voluto a continuare a rimanere isolato a studiare, chiuso nella sua apatica bolla di auricolari e libri, e che più volte ha chiesto agli aguzzini di smettere. Inutilmente. Guardati dall’ira della persona paziente... Tanto più appaiono spenti gli occhi di Shi Eun in principio, quanto più energico e squilibrato appare alla fine quando, in un crescendo di disagio, ripicche, rivalità, vendette, agguati, violenze sempre più selvagge, si consuma una tragedia annunciata.
Fermati. Questa esortazione, più volte pronunciata da diversi personaggi, è sempre caduta su orecchie sorde. Soo Ho, il ragazzone ex lottatore, saggio e di buon cuore, non avrebbe certo voluto combattere fino alla fine. Lo stesso Beom Seok, talmente vittimizzato in ogni circostanza da non riuscire nemmeno più a riconoscere gli amici dai nemici, sicuramente avrebbe preferito vivere una vita più tranquilla. L’unico ragazzo che davvero non si può comprendere e perdonare è Jeon Young Bin, il capobranco che perpetua la spirale di violenze sempre più terribili perché non riesce ad accettare di essere, ogni volta, sconfitto.
Ma sarebbe sbagliato addossare a lui tutta la colpa. I genitori che non lo puniscono a dovere nemmeno dopo che è stato beccato con una droga pericolosissima e mettono tutto a tacere, non hanno colpe? Il potente padre adottivo di Beom Seok, che lo umilia e lo pesta continuamente, è innocente? I genitori assenti o troppo impegnati per curarsi della quotidianità dei figli sono incolpevoli? L’intero sistema scolastico che non sorveglia e che, salvo rari casi, gira la faccia dall’altra parte, accontentandosi di un rispetto di facciata e di un riscontro numerico per catalogare i ragazzi, è esente dal peccato?
Pur nella sua esagerazione, l’intera vicenda può essere interpretata come un urlo di denuncia non solo contro la violenza e il bullismo ma, e soprattutto, verso l’assenza, se non la connivenza, degli adulti che tali comportamenti dovrebbero reprimere e scoraggiare.
Resta da parlare degli attori. Ebbene, uno dei motivi per cui Weak Hero Class 1 è così sconvolgente, è proprio la performance degli attori, che non sembrano nemmeno recitare. L’atmosfera è spietata, la tensione continua, i visi, gli occhi, i gesti, le posture: tutto sembra vero. Le spalle e i personaggi secondari hanno recitato ad un buon livello e Park Ji Hoon, nell’interpretare il protagonista, ha fatto un lavoro magistrale, ma anche il Soo Ho di Choi Hyun Wook e il Beom Seok, interpretato da Hong Kyung, tengono agevolmente il passo. Le interazioni fra questi tre personaggi sono molto ben sviluppate e la crescita dell’amicizia fra Shi Eun e Soo Ho viene ben esplorata. Un commento musicale più che adeguato, con l’opening [i]Hero[/i] di Meego a fare da apripista a un’esplosione di emozioni, e una cinematografia sapiente, completano l’opera di demolizione che questo drama farà della vostra tranquillità.
Per quanto mi riguarda, ne vale la pena.
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Brevissimo ma gradevole
Apprezzo Leo Wu sin dai tempi di Nirvana on Fire, passando per quella meraviglia che è The long ballad. Ovvio che qui non siamo sugli stessi livelli, è un microfilm, da cui traspare l'impegno e la gioia di vivere di Leo, che riesce a trasmettere sensazioni positive con la sua gestualità.Il video è idealmente diviso in due parti, di cui la prima è più concitata è la seconda più rilassata anche grazie al sottofondo musicale, che a orecchio mi sembrava il valzer di Amelie. La frase finale, pur non essendo minimamente originale, è un inno a vivere e godersi la vita.
Sono due minuti, un tempo molto breve che si può investire guardando un piccolo video piacevole che dura meno di una canzone, ma che potrebbe lasciare un buon sapore in bocca per tutta la giornata.
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Adrenalina, sentimenti e tanti ottimi attori
Un thriller mystery un po’ diverso dal solito, se vogliamo, perché le identità nascoste vengono intuite, e successivamente scoperte, molto presto. Non stiamo a domandarci chi sia chi fino all’ultimo episodio. Quello che accade, invece, una volta che quasi tutte le carte sono sul tavolo, e l’infittirsi di un gioco di gatti e topi dove a volte non è ben chiaro chi sia la preda o il predatore. Dove non esistono completi innocenti e, a maggior ragione, completi colpevoli. Dove si prova più di un moto di simpatia per i serial killer nonostante i loro delitti, e non solo perché, essendo il cast formato in abbondanza da attori belli e bellissimi, detti assassini sono molto attraenti.Genetica o ambiente? Cosa fa di un essere umano uno psicopatico? Se un bambino crescesse in un ambiente amorevole invece che in uno abusivo, svilupperebbe ugualmente delle tare psichiche? E viceversa? E ancora: fin dove è lecito intervenire, vendicarsi, fin dove è lecito perdonare?
I remember you, conosciuto anche come Hello monster, sviscera questi argomenti in una infinita serie di sfumature di grigio, guidandoci per mano a scoprire che, dietro ogni psicopatico, c’è una causa scatenante e, a volte, perfino l’illusione di fare del bene. Non solo la vittima, anche l’assassino è spesso profondamente solo e ha dei bisogni basici che, nella sua maniera contorta e malata, cerca di soddisfare.
In questa adrenalinica cavalcata, che non conosce cinque minuti di noia in sedici ore di drama, l’unica cosa che forse manca è proprio quella che viene indicata per prima fra i generi dell’opera: la commedia romantica. Intendiamoci: c’è la canonica storia d’amore, ma è veramente molto secondaria rispetto alla suspense, anche perché il protagonista maschile ha una personalità particolare, per cui non è inizialmente molto propenso ad esplorare i rapporti amorosi.
Il commento musicale sottolinea spesso a proposito i momenti più topici e può definirsi soddisfacente. Purtroppo la cinematografia è piuttosto basica, senza grandi voli di fantasia ma, sinceramente, non credo che sia la cosa più importante in questo lavoro. Quello che veramente “fa” quest’opera è il cast, unito ad una sceneggiatura veramente azzeccata.
Se la protagonista è molto brava e credibile, è il trio dei protagonisti maschili a dare i brividi in molte scene. Professore, avvocato, dottore e team leader fanno a gara a chi meglio interpreta la sua parte, appoggiati da tutto il resto del cast, che ha lavorato per lo più molto bene. Bromance è una parola che, qui, non ha significati nascosti: è un rapporto fra due fratelli che viene esplorato in maniera dolcemente malata e, ben più della parte romantica, è il vero fulcro dell’opera.
Ho particolarmente apprezzato lo sviluppo dei personaggi, la scoperta delle loro motivazioni, delle loro storie, del loro doloroso passato. E' stata una piacevole sorpresa la presenza di una protagonista forte, per una volta, ma forte veramente, di corpo e di spirito.
La sceneggiatura, come detto adrenalinica e priva di noia, è fantastica, anche se devo ammettere un po’ confusa nel finale, che viene lasciato abbastanza aperto, suggerendo la possibilità di una seconda stagione che però, a distanza di diversi anni, ancora non si è vista, e quindi probabilmente mai si farà. Peccato: a patto che il cast fosse lo stesso, ne avrei visto volentieri anche una seconda serie.
Sono stata veramente risucchiata in questo drama, cui si può forse rimproverare la gestione un po’ “allegra” di alcune indagini, minus che però ho dovuto applicare a tutti i mystery che ho guardato finora. Non che i polizieschi italiani o americani seguano perfettamente le procedure e le leggi, vero?
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problemi morali a non finire
in realtà questo drama meriterebbe un voto superiore. La storia è accattivante a modo suo, con qualche twist non dico originale ma un po' meno piatto rispetto al solito.purtroppo inizia con quello che non può definirsi in modo diverso da uno stupro, dopodiché la donna viene imprigionata per 5 anni durante i quali mette al mondo segretamente un figlio, mentre è tenuta in segregazione lontana da tutti. si tratta di un dottore moderno trasmigrato nell'anima di una donna antica e che quindi si presume non abbia avuto molte difficoltà. dopo cinque anni in cui rimane completamente da sola in quello che è sostanzialmente il palazzo freddo, il rampollo sbuca da un buco del muro e incontra il padre, e da lì si dipana la storia.
fin troppo presto la nostra eroina sembra dimenticare o passa sopra all'atto imperdonabile del marito. ho notato che in questo dramma verticali per uso cellulare si indulge fin troppo spesso in atti pesantemente contrari alla morale: lo stupro viene quasi normalizzato e all'interno di queste storie volano schiaffi a tutto andare.
mi interessa assai poco che nella versione con sottotitoli ci sia una scritta fissa in alto a destra che dice che gli atti non devono essere ripetuti a casa, tutto l'affare è abbastanza disgustoso.
se poi passiamo alle infinite incongruenze che incontriamo nel corso dell'opera non possiamo fare a meno di farci una risata sopra: la moglie abbandonata è segregata cinque anni emerge con un vestito bellissimo alla moda truccata e in perfette condizioni, perfino il figlio che dovrebbe essere sconosciuto a tutti è vestito di tutto punto con abiti evidentemente cuciti su misura non si sa bene come e da chi, tanto per fare un esempio.
Poi, per carità, capisco che è fiction e faccio finta di passarci sopra.
pur trattandosi evidentemente di un drama a basso budget, la realizzazione è fatta abbastanza bene, gli attori sono più che decenti e gli intrighi di palazzo sono ben condotti.
l'elemento maschile di disturbo, che arriva da un monte sacro con una storia inverosimile di amori predestinati, sembra appiccicato con lo sputo e ha in realtà l'unico scopo di riuscie a risolvere i problemi della protagonista per permetterle di rimanere nel suo nuovo mondo.
se non vi disturbano i problemi morali sollevati da questo tipo di spettacolo, probabilmente vi piacerà. in realtà è piaciuto anche a me, solo che il mio stomaco si ribella a certi spettacoli.
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Inverosimile, macchiettistico, deludente
Completamente inverosimile, l'ambientazione nel mondo delle corse è quasi peggio di quella di Love in the air. Stiamo parlando di posti dove dovrebbero essere abbondanti unto, sporco assortito in generale, ma le officine sembrano sale operatorie e questa gente se ne va in giro con delle tute e magliette bianche e mai una macchia, mai una strisciata che so, un grumo di grasso, niente: puliti come appena usciti dalla lavanderia. Quest'ammucchiata di maschi Alfa testosteronenici pronti a sfidarsi l'un l'altro alla minima provocazione è al limite della macchietta, forse oltre.Mi pare di capire che si tratti comunque di un qualcosa da guardare col cervello rigorosamente scollegato, con l'intento di farsi titillare da qualche situazione leggermente osé, ma proprio leggermente. Tanti bei ragazzi, questo lo riconosco, ma il copione lascia alquanto a desiderare.
Occorre poi purtroppo rimarcare la sgradevole interpretazione, almeno della coppia principale, che non mi piace per nulla: tra uno e l'altro hanno spesso un sorriso ebete stampato in faccia e uno sguardo fisso e melenso mentre si guardano negli occhi e la musica scorre su un gran totale di niente...
Senza contare che, per qualche misterioso motivo, i momenti di intimità più che suscitare pruriginoso interesse mi destano un certo imbarazzo. E il personaggio di Charlie l'ho trovato particolarmente appiccicoso e respingente.
L'ho guardato finire ma è proprio, boh, insoddisfacente. A metà dell'episodio 6 non ricordo di aver visto una sola donna, neanche di striscio. Ah no c'è la signora che serve al ristorante, ecco.
Pensiero completamente fuori contesto, e forse di scarsa importanza, ma i casi sono due: o l'estetica maschile in Thailandia non si cura troppo di queste cose, o gli attori, specialmente gli attori di BL che a inizio carriera probabilmente non sono pagati molto, non si curano troppo o non hanno i mezzi per curarsi della loro bellezza. Visto da vicino l'attore che interpreta Babe sembra avere una fioritura di punti neri alle tempie che io neanche quando avevo 15 anni. Il mio non è disprezzo, è una semplice constatazione, una circostanza che tra l'altro non mi dispiace, perché rende questi attori più "persone" rispetto ai patinatissimi colleghi cinesi e coreani, i quali sono invece tenuti a standard inverosimili da manichini.
È un omegaverse, e voglio rimarcare che la cosa non mi disturba affatto: forse è il primo drama del genere che vedo, ma in precedenza ho letto con gusto un'infinità di fanfiction di vari fandom.
Visto fino alla fine, la mia opinione non è migliorata: da vedere per curiosità se sei un fan dei BL, specie se Thai, ma senza aspettarsi nulla: i personaggi macchiettistici e l'assurdità di molte situazioni costringono a strenui esercizi di elasticità mentale per dimenticarsi di avere dei neuroni tra le due orecchie.
Capisco che ne sia uscito un commento particolarmente astioso, ma avevo grandi aspettative per questo titolo, che sono state tradite praticamente su tutta la linea.
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già visto mille volte, ma molto meglio
La solita ragazza uccisa dal marito violento e fedifrago e dalla sua amante, che in punto di morte torna indietro nel tempo e si gendica.Uno dei tanti mini drama pensati per essere fruiti su un cellulare. Purtroppo questo format normalmente prelude a un prodotto di qualità scadente, e questa volta non ci siamo smentiti.
Ad una recitazione tutto sommato sufficiente e dei costumi veramente apprezzabili, tanto da stridere pesantemente con la cattiva qualità di tutto il resto, si accoppiano una sceneggiatura carente e piena di salti e buchi di trama, con un editing penoso e, per quanto certamente non colpa della produzione in sé, una traduzione in inglese che appare fatta in automatico con qualche traduttore di cattiva qualità, tanto che i pronomi sono tutti sbagliati e anche i nomi delle persone cadono nel ridicolo, visto che uno dei protagonisti finisce per chiamarsi Apocalypse... era meglio lasciargli il nome originale.
Quindi, in realtà, oltre ad essere una trama di vendetta già vista in tutte le sals, condimenti e cotture, è anche difficilmente seguibile per via dei sub carenti.
Devo smetterla di guardare questi mini drama assurdi che sono solo uno spreco di tempo e servono solo a titillare i più bassi istinti di coloro cui piace vedere picchiare una donna, anche se poi si vendica.
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il solito isekai
troppi ceffoni che volano. a parte questo, è la storia di una dottoressa moderna che ha il solito incidente e si risveglia in un ambiente familiare abusivo nel passato. buona la recitazione, ovviamente a basso budget ma abbastanza ben condotto. ripeto troppa violenza domestica ma per il resto un titolo apprezzabile per passare qualche ora col cervello in posizione off. com'è normale, non spiega assolutamente nulla di come possano funzionare questi viaggi avanti e indietro. a un certo punto si parla di un libro ma non si capisce perché il libro dovrebbe influenzare il maschio che viene dall'antichità. un po' un pasticcio da questo punto di vista Ma tant'èWas this review helpful to you?
Chiaramente un progetto a basso costo, ma che si difende comunque bene, sia pure con le poche ambientazioni e costumi, che rimangono tuttavia più che decenti.
Non molto chiari i limiti temporali delle abilità di mascheramento della protagonista, che dovrebbero limitarsi a 6 ore, ma paiono perdurare anche dopo una notte di sonno. Vabbeh.
Recitazione decisamente sopra il minimo edittale, un drama tutto sommato piacevole, buono per passare qualche ora in relax senza impegnare il cervello.
Ad onta di chi si lamenta del finale aperto, a me è parso chiusissimo, con un lieto fine.
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inutilmente elefantiaco
un tipico drammone cinese, con tutti i tanti difetti e i pochi pregi del genere. sicuramente tra i pochi pregi c'è Yang Yang, sempre splendido sia come uomo che come attore. oddio, più come uomo che come attore.la storia in sé è un concentrato di Cliché raramente visto altrove, inframmezzato da lunghissimi pipponi esaltanti il partito, il comunismo, il sacrificio, l'impegno, e compagnia bella. lo sopporto solamente perché, avendo guardato in precedenza un'infinità di spettacoli europei, ma soprattutto americani, a questi infiniti pipponi esaltanti il sistema di vita di un paese ci sono abituata.
gli attori tutti hanno dato una prova attoriale più che dignitosa, menzione d'onore per la madre della protagonista, talmente odiosa da suscitare limpulsi omicidi.
ho trovato però piuttosto stucchevole e il fatto che molti personaggi, ambigui o decisamente negativi per tutta la lunghezza del drama, ed è un dramma infinitamente lungo, negli ultimi episodi prendano la via della redenzione, in un modo o nell'altro. stucchevole.
un altro problema che ho riscontrato in questo show è la assoluta mancanza di verosimiglianza nelle sequenze di azione e mediche.
sono arrivata fino in fondo. capisco che probabilmente per molti questo non sarà un grande elogio, ma considerato il numero di drama che ho lasciato a due episodi dalla fine tutto sommato non è poi così male.
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